collettivo culturale tuttomondo Quien sabes … di Pablo Neruda
Chissà
mi chiedo se un giorno, guardando negli occhi di chi ti avrà dopo di me, tu cercherai qualcosa che mi appartiene
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Quien sabes
me pregunto si un dia, mirando en los ojos de quien te tendrà despues de mi, tu buscaràs algo que me partenece
Pablo Neruda
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traduzione dal web
photo: Buster Keaton in Doughboys directed by Edward Sedgwick, 1930.
Pablo Neruda, pseudonimo di Ricardo Eliécer Neftalí Reyes Basoalto (Parral, 12 luglio 1904 – Santiago del Cile, 23 settembre 1973), è stato un poeta, diplomatico e politico cileno, considerato una delle più importanti figure della letteratura latino-americana contemporanea.
Scelse lo pseudonimo di Pablo Neruda, in onore dello scrittore e poeta ceco Jan Neruda, nome che in seguito gli fu riconosciuto anche a livello legale.
Definito da Gabriel García Márquez “il più grande poeta del XX secolo, in qualsiasi lingua” e considerato da Harold Bloom tra gli scrittori più rappresentantivi del canone Occidentale, è stato insignito nel 1971 del Premio Nobel per la letteratura. (fonte Wikipedia)
Buster Keaton, pseudonimo di Joseph Frank Keaton (Piqua, 4 ottobre 1895 – Woodland Hills, 1º febbraio 1966), è stato un attore, regista e sceneggiatore statunitense, tra i maestri del periodo del cinema muto classico.
Divenne celebre per l’espressione stralunata e malinconica dei suoi personaggi e soprattutto per il suo talento “acrobatico” nelle gag che portava sullo schermo cinematografico e televisivo. L’American Film Institute lo inserì al ventunesimo posto tra le più grandi star della storia del cinema.
Buster Keaton è stato uno dei mostri sacri del cinema muto a Hollywood, quella stagione del cinema statunitense tra il 1915 e il 1928, come Charlie Chaplin o Erich von Stroheim. Il suo cinema fu un meccanismo con continui rovesciamenti di senso, all’insegna di un esercizio continuo della logica: gli oggetti cambiano di senso, le azioni semplici diventano complesse e quelle impossibili diventano facilissime, ciò che sembra innocuo diventa un pericolo e le avversità si rivelano aiuti impensati.
Nei suoi film il mondo reale diventa astratto, surreale, tutto ciò che è sbagliato è anche giusto e viceversa. Per esempio ne Il maniscalco (1922) un’inquadratura da lontano sembra mostrarlo intento a lavorare al fuoco, mentre invece si sta cuocendo due uova al tegamino; in Una settimana una casa prefabbricata montata male diventa una giostra che ruota su sé stessa, ma alla fine gli abitanti scendono ringraziando per il giro. (fonte Wikipedia)
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