cctm collettivo culturale tuttomodno di Isabell Allende Afrodita
I cinquant’anni sono come
l’ultima ora del pomeriggio,
quando il sole tramontato
ci dispone spontaneamente alla riflessione.
Nel mio caso, tuttavia,
il crepuscolo mi induce al peccato.
Forse per questo,
arrivata alla cinquantina,
medito sul mio rapporto
con il cibo e l’erotismo,
le debolezze della carne,
che più mi tentano,
anche se, a ben guardare, non sono quelle
che più ho praticato.
Mi pento delle diete, dei piatti prelibati rifiutati per vanità, come mi rammarico di tutte le occasioni di fare l’amore che ho lasciato correre per occuparmi di lavoro in sospeso o per virtù puritana.
Isabel Allende
incipit de Afrodita, Feltrinelli, 1998
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Los cincuenta años son como
la última hora de la tarde,
cuando el sol se ha
puesto y uno se inclina
naturalmente hacia la reflexión.
En mi caso, sin embargo,
el crepúsculo me induce
a pecar y, tal vez por eso,
en la cincuentena reflexiono
sobre mi relación con la comida y el erotismo,
las debilidades
de la carne que más me
tientan, aunque, hélas, no son las
que más he practicado
Me arrepiento de las dietas, de los platos deliciosos rechazados por vanidad, tanto como lamento las ocasiones de hacer el amor que he dejado pasar por ocuparme de tareas pendientes o por virtud puritana.
Isabel Allende
incipit de Afrodita, Plaza & Janes Editores, 1997
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opera: Tamara de Lempicka, Ritratto di Madame Boucard, 1931
Isabel Allende conosce il gusto lieve e giocoso della vita.
La troviamo alle prese con il mondo della cucina, tempio del piacere dei sensi e anticamera del “piacere dei piaceri”. In un invito alla gioia dietro il grembiule, un gioco per nutrirsi e inebriarsi senza prendersi troppo sul serio. Dalla salsa corallina alle pere ubriache, dall’habanera di gamberi all’insalata delle odalische, dalla zuppa scacciapensieri alle ciliegie civettuole: un patrimonio di ricette piccanti e spiritose condite con le spezie dell’ironia.
“Dopo aver fatto un paio di giri completi nel mondo degli afrodisiaci, scopro che l’unica cosa che davvero mi eccita è l’amore. E allora dedico queste divagazioni erotiche agli amanti che giocano e, perché no?, anche agli uomini spaventati e alle donne malinconiche… Mi pento delle diete, dei piatti prelibati rifiutati per vanità, come mi rammarico di tutte le occasioni di fare l’amore che ho lasciato correre… Non posso separare l’erotismo dal cibo e non vedo nessun buon motivo per farlo; al contrario, ho intenzione di continuare a godere di entrambi fino a quando le forze e il buon umore me lo consentiranno. Da qui nasce l’idea di questo libro, un viaggio senza carta geografica attraverso le regioni della memoria sensuale, là dove i confini tra l’amore e l’appetito a volte sono talmente labili da confondersi completamente.
cctm collettivo culturale tuttomondo di Isabell Allende Afrodita