cctm collettivo culturale tuttomondo Fedor Dostoevskij (Russia)
Era una notte incantevole, una di quelle notti che succedono solo se si è giovani, gentile lettore. Il cielo era così pieno di stelle, così luminoso, che a guardarlo veniva da chiedersi: è mai possibile che vi sia sotto questo cielo gente collerica e capricciosa?
Fëdor Dostoevskij
incipit de Le notti bianche, Rizzoli, 1957
_
opera: Maxfield Parrish, Stars, 1926
Le notti bianche di Fëdor Dostoevskij
Passeggiando solitario lungo il fiume in una notte bianca, l’eroe del racconto – un tipico “sognatore romantico” che trascorre i suoi giorni immerso nella dimensione del sogno – incontra una ragazza che risveglia in lui il sentimento dell’amore. Coraggiosamente decide di fuggire dal regno dei sogni e delle fantasticherie e di aprirsi alla vita.
Ma quando la ragazza gli rivela di amare un altro, la sua speranza svanisce, annullata dalla vendetta del destino, ricacciata nella dimensione del sogno, a un tempo capace di dare felicità e sofferenza. Un regno delle illusioni che è anche metaforicamente simbolo del male.
_
Fëdor Dostoevskij nasce a Mosca l’11 novembre del 1821 da una famiglia aristocratica decaduta e di modeste condizioni economiche.
Nel 1837, alla morte della madre, è iscritto alla scuola militare di Pietroburgo; studia controvoglia, perché i suoi interessi sono già rivolti alla letteratura. Così dopo essersi diplomato comincia a scrivere, tra le difficoltà finanziarie che lo opprimono.
Nel 1843 pubblica il suo primo libro, il romanzo Povera gente, che attira l’interesse e l’approvazione della critica. Sei anni dopo, nel 1849, per aver partecipato ad alcune riunioni di carattere socialista, è arrestato come sospetto di attività rivoluzionaria, processato e condannato a morte; solo davanti al plotone di esecuzione la pena è commutata in quattro anni di lavori forzati in Siberia.
La terribile esperienza e gli anni di prigionia incidono molto sul suo carattere e sulla sua salute, che, già precaria, da allora sarà minata da frequenti crisi epilettiche.
Di ritorno dalla Siberia, dove si è anche sposato, Dostoevskij rievoca quanto gli è successo nelle Memorie da una casa di morti (1861-1862).
Per quanto angustiato da gravi problemi economici, aggravati dalla sua passione per il gioco e dalle sue condizioni di salute, negli anni successivi Dostoevskij compone vari romanzi: Umiliati e offesi (1862); Memorie del sottosuolo (1864); Delitto e castigo (1866); L’idiota (1868).
Rimasto vedovo, si risposa con la sua segretaria; a un certo punto, deve lasciare la Russia per sottrarsi alle persecuzioni dei creditori. Tra il 1867 e il 1871, vive perciò all’estero, tra gli stenti, passando continuamente dalla Germania alla Svizzera, alla Francia, all’Italia. Di ritorno in Russia, Dostoevskij nel 1873 pubblica I demoni; nel 1875 L’adolescente; infine, nel 1880, I fratelli Karamazov, il suo ultimo romanzo. Ammalato da tempo, muore il 28 gennaio del 1881, a Pietroburgo.
cctm collettivo culturale tuttomondo Fedor Dostoevskij (Russia)