cctm collettivo culturale tuttomondo Mirella Antonione Casale (Italia)
Mirella Antonione Casale (Torino, 1925 – 2018) è stata un’insegnante e attivista italiana che ha dedicato la sua vita alla battaglia per l’inclusione scolastica degli alunni con disabilità. La sua figura rappresenta un’ispirazione per tutti coloro che si battono per un mondo più giusto e solidale.
La sua vita fu segnata da un evento drammatico: nel 1957, la figlia Flavia, a soli 6 mesi, contrasse l’influenza asiatica che le provocò gravi danni cerebrali. Profondamente toccata da questa esperienza, Antonione Casale decise di dedicare il resto della sua vita alla difesa dei diritti dei bambini con disabilità.
In un’epoca in cui l’istruzione era negata ai bambini con disabilità, Mirella Antonione Casale si batté contro l’esclusione scolastica e per il loro diritto all’istruzione. La sua tenacia e il suo profondo senso di giustizia la spinsero a sfidare le convenzioni e a lottare per un futuro migliore per questi bambini.
Divenne socia dell’ANFFAS Onlus nel 1964 e ne divenne presto presidente della sezione torinese. Insieme all’associazione, organizzò campagne di sensibilizzazione con volantini, manifestazioni e proteste, sfidando apertamente le istituzioni e l’opinione pubblica dell’epoca.
La sua determinazione la portò a guidare la chiusura di un istituto psichiatrico dove i bambini con disabilità erano segregati e a fondare un centro diurno innovativo che sperimentava nuove modalità di istruzione per questi ragazzi. Inoltre, si adoperò per coinvolgere esponenti politici nella sua causa, esponendo con chiarezza le sue teorie inclusive.
Grazie al suo instancabile lavoro e al supporto di altri attivisti, nel 1977 venne approvata la legge 517, un punto di svolta fondamentale per l’inclusione scolastica in Italia. Questa legge sancì il diritto all’istruzione per tutti gli alunni con disabilità e introdusse la figura dell’insegnante di sostegno, una conquista storica che ha permesso a migliaia di bambini di frequentare la scuola insieme ai loro coetanei.
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immagine dal web
«La prima convinzione profonda che vorrei trasmettere ai giovani è la disponibilità. Oltre ad essere onesti, leali e corretti con gli altri (come predicano anche i genitori), voi giovani dovete essere disponibili ad aiutare le persone in difficoltà, che siano bambini, giovani o anziani, mettendovi al loro fianco perché siano inseriti – con le loro capacità e i loro limiti – come parte integrante nella società. Nessun uomo è un’isola e tutti devono avere la possibilità di non sentirsi soli. E non solo perché ci sono dei diritti sanciti dalla Costituzione Italiana e dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, con la Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità. Ma perché aiutare gli altri fa bene anche a se stessi, ricevendone simpatia e affetto e a volte con gli altri ci si può divertire. Perché poi tutti noi – e questo è il motivo etico per me fondamentale – siamo “sulla barca della vita” e ci dobbiamo aiutare l’un l’altro, ma specialmente farlo nei confronti di chi è in difficoltà, senza pretendere nulla in cambio, né in vita e nemmeno nell’aldilà, per chi è credente.
Poi la convinzione: non scoraggiatevi mai nella vita. Se trovate degli ostacoli, considerateli naturali e non una “catastrofe”. Imparate sin da bambini a superare le difficoltà con pazienza, tenacia, intelligenza. Perché gli ostacoli si vincono così».
Mirella Antonione Casale
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