centro cultural tina modotti Elvira Leonardi Bouyeure aka Biki Vogue
Elvira Leonardi Bouyeure in arte Biki (Milano, 1906 – Milano, 1999) è stata una stilista italiana.
È stata una delle più celebri sarte italiane tra gli anni quaranta e gli anni sessanta. Il suo atelier milanese, luogo d’incontro di molte personalità della cultura, è stato anche frequentato da … continua a leggere su Wikipedia
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Elvira Leonardi Bouyeure (Milán, 1906 – Milán, 1999), más conocida en el mundo de la moda como Biki , fue una de las mejores y más famosas diseñadoras italianas, durante los años cuarenta y sesenta.
Biki fue, junto con Marucelli Germana y Jole Veneziani, la reina costurera de estilo italiano naciente, lleno de creatividad ayudada por Alain Raynaud.
Su pseudónimo, que fué también la marca de su casa de moda, se le dió su abuelo, el famoso compositor Giacomo Puccini, por lo que desde niña estuvo más que bien relacionada. Leonardi Bouyeure, es el apellido de su marido, Robert B.
Trabajó y vivió durante toda su carrera en el atelier de la vía Sant’Andrea en Milán, lugar de encuentro para muchas personalidades de la cultura italiana de la época.
Es sus comienzos Biki, trabajaba para Vera Borea, en un estudio dedicado a la imitación de ropa interior francesa, sobre todo porque le régimen fascista requería la ” autosuficiencia”, las importaciones y mismo uso no podía exceder el 50% de la venta su marca, “Domino” creada por Gabriele D’Annunzio.
Pero Biki tenía ambiciones propias y comenzó su propio camino diseñando en solitario modelos de lujo, para grandes noches de gala, de las que formó parte en medida desde niña. Su primer show, tuvo lugar en Milán el 05 de mayo 1936.
Su casa, durante los años cincuenta y sesenta, contaba con la asistencia de grandes personalidades del mundo de la cultura, el entretenimiento y las finanzas, convirtiéndose en la costurera por excelencia de las grandes damas de Milán.
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foto: un modello di Biki su Vogue Italia, marzo 1966
Un nuovo abito di Biki nel nuovo stile che vuole scollature a sorpresa, “oblo'” audaci sparsi un po’ dovunque.
Questo, in un tessuto rhodia Italia stampato a fiori su toni gialli e verdi di Sisan, e’ scollato sul dorso fino alla cintura di vernice gialla.
Rigorosamente accollato davanti, non rinuncia a un altro triangolo nudo appena sopra il fiocco.
Vogue Italia, marzo 1966
Biki Vogue
Biki nasce a Milano nel 1906.
Nipotina acquisita di Giacomo Puccini (nonno Tato, per lei), che ne aveva sposato la nonna, da Puccini stesso viene ribattezzata scherzosamente Bicchi, che sta per birichina. Sin dall’infanzia, all’inizio del Novecento, Elvira Leonardi “Bicchi” vive dunque in un ambiente raffinato, aristocratico, ricco, colto, tra musica, teatro, arte e un diffuso gusto naturale per l’eleganza, naturalmente anche nel vestire.
Puccini, Toscanini, i Visconti di Modrone, Isadora Duncan: la crema della cultura che si raccoglie a Milano o ne fa snodo essenziale della propria esistenza rappresenta la coltura di un’anima vitale, energica, sensibile, che dimostrerà però, a suo tempo, quando comincerà la sua carriera di sarta d’alta moda, un acuto occhio per le tendenze e le dinamiche del mercato e oculate capacità imprenditoriali e organizzative.
Da suggestioni ricevute nell’ambiente della haute che respira quotidianamente, tra un viaggio e l’altro a Parigi per rinnovare il guardaroba, nasce l’idea di trasformare il naturale senso estetico per l’abbigliamento in un’attività creativa: ecco che nel 1934, nell’atelier milanese di via Senato 8, sfilano i modelli d’ispirazione parigina disegnati e lavorati da Gina Cicogna e da colei che adesso, su suggerimento di Gabriele D’Annunzio, diventerà per sempre Biki (D’Annunzio “regala” alle due socie anche il nome-marchio per la loro lingerie: Domina).
Il successo della sartoria induce Biki a mettersi in proprio e a puntare immediatamente su un ampliamento della gamma di prodotti destinati a vestire la donna (lingerie, tailleur, abiti da sera, costumi da bagno), sempre improntati al pregio del taglio e alla preziosità dei tessuti. Lo stile di Biki è caratterizzato da fantasia e ricchezza di ispirazioni; decisi e tipici sono gli accostamenti di colori, inusitati ed eccentrici per il tempo (per esempio, blu e verde).
Nel 1936 sposa il collezionista d’arte e antiquario Robert Bouyeure (avranno una figlia, Roberta).
Nel dopoguerra, Biki si associa al Centro italiano della moda di Marinotti della Snia Viscosa, fruendo dell’organizzazione delle sfilate coordinate dall’uomo che sosteneva presso le case di moda l’uso delle nuove fibre sintetiche e artificiali.
In una Milano fiorente di personalità di spicco in concorrenza (Marucelli, Schön, Veneziani), si svolge una gara per acquistare nuovi clienti di prestigio. Il fiore all’occhiello di Biki è Maria Callas, incontrata nel 1951 nel salotto di Wally Toscanini.
Biki trasforma la grande cantante, che le si affida fiduciosa, da figura malvestita, goffa e pesante in una splendida interprete di una classe nativa che era tutta da scoprire, sotto le mentite spoglie, e valorizzare degnamente. Il trattamento “tutoriale” della Callas consolida la fama di Biki all’estero, anche nella rivale Francia, in Europa, negli Stati Uniti.
Negli anni Sessanta, è tra le prime sarte d’alta moda a stringere accordi con la grande industria: la linea Cori-Biki viene da lei firmata per il Gruppo finanziario tessile. Negli anni seguenti, oltre a proseguire la sua rigogliosa attività creativa, riveste numerose importanti cariche nel mondo dell’editoria e dell’impresa.
Muore a Milano nel 1999.
biki vogue