cctm collettivo culturale tuttomondo Grazie nebbia
Grazie, nebbia di W.H. Auden (York, 1907 – Vienna, 1973)
Grazie, Nebbia
Abituato al clima newyorkese,
conoscendo lo Smog fin troppo bene,
mi ero dimenticato
di Te, la Sua Sorella immacolata,
di ciò che porti ai nostri inverni inglesi:
conoscenze native si risvegliano.
Acerrima nemica della fretta,
spauracchio di aerei e guidatori,
certo Ti maledice ogni volatile,
ma io sono felicissimo,
perché Ti sei convinta a visitare
le campagne incantevoli del Wiltshire
l’intera settimana di Natale,
e nessuno può correre
nel mio cosmo, ridotto
ad una villa antica e a quattro Monadi
legate da amicizia:
Io, Sonia, Jimmy e Tania.
Fuori un silenzio informe:
persino quegli uccelli spinti a stare
dal loro sangue caldo
qui intorno tutto l’anno,
come il bottaccio e il merlo,
da Te allettati frenano
il loro verso allegro,
nessun gallo si azzarda a strepitare,
e le cime degli alberi, visibili
appena, non stormiscono ma restano
immobili e condensano efficienti
in gocce esatte la Tua umidità.
Dentro, spazi accoglienti ben precisi
rendono confortevole
la lettura e il ricordo, i cruciverba,
le affinità, le risa:
ristorati da sapide cenette
e allietati dal vino,
sediamo lieti in cerchio,
ignari di noi stessi ma solerti
nei confronti degli altri,
cercando quanto più di approfittarne,
perché ben presto occorrerà rientrare,
finiti questi giorni di clemenza,
nel mondo del denaro e del lavoro,
dove si è attenti ad ogni punto e virgola.
Nessun sole d’estate potrà mai dissolvere
le Tenebre totali diffuse dai Giornali,
che vomitano in prosa trasandata
fatti violenti e sordidi
che non riusciamo, sciocchi, ad impedire:
la terra è un brutto posto,
eppure, per quest’attimo speciale,
così tranquillo ma così festoso,
ti rendo Grazie: Grazie, Grazie, Nebbia.
da Grazie, nebbia, Adelphi, 2011

foto: Thom Schoeller – fair use
Wystan Hugh Auden (York, 1907 – Vienna, 1973) è stato un poeta britannico.
Studiò a Oxford, nel collegio di Christ Church, e dopo vari viaggi in Germania insegnò in una scuola elementare. Nel 1930 pubblicò il primo volume di Poesie (Poems); in seguito collaborò con l’amico Christopher Isherwood alla stesura di tre opere teatrali in versi, Il cane sotto la pelle (The dog beneath the skin, 1935), L’ascesa di F6 (The ascent of F6, 1936) e Alla frontiera (On the frontier, 1938). Nel 1936 partecipò alla guerra civile spagnola, nelle file dei repubblicani; nel 1938 sposò la figlia di Thomas Mann, Erika, e l’anno seguente si trasferì negli Stati Uniti, dove prese la cittadinanza americana. Tornò in Inghilterra per un breve periodo nel 1956, per assumere la cattedra di poesia a Oxford.
Oltre alle opere citate pubblicò, tra l’altro, Gli oratori (The orators, 1932), opera sperimentale in prosa; le raccolte poetiche Guarda, straniero! (Look, stranger!, 1936), Un altro tempo (Another time, 1940), Lo scudo di Achille (The shield of Achilles, 1955); l’oratorio Per il tempo presente (For the time being, 1945); i poemetti Lettera per l’anno nuovo (New year letter, 1941), L’età dell’ansia (The age of anxiety, 1948), Omaggio a Clio (Homage to Clio, 1960); la raccolta di saggi critici Gli irati flutti (The enchafed flood, 1950) e vari libretti d’opera, tra cui, in collaborazione con Ch. Kallman, La carriera di un libertino (The rake’s progress, 1951) per la musica di Stravinskij. Auden divenne famoso nell’Inghilterra degli anni Trenta come caposcuola della nuova generazione di poeti, accomunati dall’impegno sociale e politico e dall’interesse per le dottrine di Marx e di Freud. Negli anni successivi, egli in parte si staccò da tali posizioni per accostarsi a una tematica religiosa e metafisica.
La sua opera è caratterizzata, soprattutto nel primo periodo, da una straordinaria perizia stilistica nell’uso, e sovente nell’accumulo, dei paradossi, delle antitesi, degli anticlimax e degli aforismi; la sua gamma espressiva si alimenta anche di immagini ardite e sorprendenti, derivate dalla filosofia, dalla psicologia, dalla politica e dalla mitologia. A. infatti venne sviluppando la teoria di T.S. Eliot secondo la quale la sensibilità poetica condensa (e non discrimina) esperienze diverse, sia intellettuali che pratiche, quotidiane o metafisiche. Per l’elaborata ricchezza delle figure retoriche, la sua poesia è stata definita neo-manieristica.
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