collettivo culturale tuttomondo Romain de Tirtoff aka Erté
Romain de Tirtoff aka Erté (San Pietroburgo, 23 novembre 1892 – Parigi, 21 aprile 1990), è stato un pittore, scultore, costumista e scenografo teatrale russo naturalizzato francese.
Fu uno dei massimi rappresentanti dell’art déco. Fu scultore, designer e disegnatore di moda, apprezzato anche come disegnatore di gioielli, figurinista, costumista teatrale, scenografo e illustratore di riviste … continua a leggere su Wikipedia
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opera: Erté, La Serie dei Numeri, 1980
Romain de Tirtoff (23 November 1892 – 21 April 1990) was a Russian-born French artist and designer known by the pseudonym Erté, from the French pronunciation of his initials.
He was a 20th-century artist and designer in an array of fields, including fashion, jewellery, graphic arts, costume and set design for film, theatre, and opera, and interior decor … keep on reading Wikipedia
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Erté esordisce come stilista, disegnatore di abiti di moda, si avvicina al teatro e al cinema reinventando raffinati costumi di scena, come quelli per Marion Davies, scene e sipari e collabora con riviste importantissime soprattutto con Harper’s Bazaar, per il quale durante il periodo 1915-1937 realizza ben 200 copertine, ma anche con i rinomati Cosmopolitan e Vogue.
Le sue leggiadre figurine di moda sono memorabili perchè fondono la sinuosità e le volute floreali classiche dell’Art Nouveau, lo stile decorativo e vitale che sboccia nei Roaring Twenties, con la semplificazione formale della linea che ambisce ad essere essenziale, regolare, pura geometria.
Seguendo la tendenza dell’Art Nouveau a rispecchiarsi nella produzione industriale pregiata e a farsi design per pochi eletti, Erté dà vita a pezzi unici: crea dei gioielli (pendenti, orecchini, spille preziose) e porta alla tridimensionalità alcuni dei suoi disegni.
Dai suoi gouaches, dipinti a guazzo, tipo di colore a tempera reso più opaco e luminoso tramite l’aggiunta di un pigmento bianco mischiato con gomma arabica, passa a realizzare eleganti e voluttuose sculture che hanno la grazia e il narcisismo di donne in carne ed ossa eppure ricordano in modo spiazzante dei manichini.
Il segreto dell’essere donna, la poesia delle movenze e dei gesti singolari sono combinati alla stereotipizzazione dei tratti del volto, le fattezze sembrano maschere da “Muse inquietanti (by Giorgia Basili)