collettivo culturale tuttomondo Veronica di Norcia (Italia)
Eppure Charles Bukowski bació Oriana Fallaci di Veronica Di Norcia
Da qualche parte nell’universo c’è un bar che si chiama Scrittoio. Bukowski è cliente fisso, ogni volta con una fragilona diversa o più, va lì.
Un giorno tutta arrabbiata perché si era appena lasciata con Hemingway, entra Oriana Fallaci. Ok, che cosa gliene potrà mai fregare ad una come Oriana, che aveva appena imparato a tirare le frecce alla maniera Azteca su una montagna sudamericana segreta di quell’ubriacone malinconico? Nulla. Anche se era belloccio. E pensò: “Ernest si è stufato di non potermi mettere a bacchetta. E l’ho mollato. E questo deve essere quel tizio maschilista con cui litiga sempre. Che faccia da ubriacone, non siamo tutte debolucce stupide, se mi parla gli tirerò una bella sberla. Gli uomini gira che ti rigira sono tutti uguali”.
Bukowski la guardò. “ Che donna… sarà pure coraggiosa, una roccia, ma secondo me è così perché nessuno l’ha mai accarezzata. Adesso vado lì e le do’ una carezza, anzi un bacio.”
Così dopo essersi presentato, con Oriana che era partita da logorroica come al solito a fargli una filippica sul fatto che le donne deboli se le può mettere in quel posto, che Ernest sarà un maschilista nascosto pure lui, ma almeno a quei livelli non sarebbe mai arrivato, Bukowski la baciò. Oriana si fermò e non gli diede nessuna sberla. Si sentì stupida, non ci capì nulla, se ne andò, si vergognò e pensò che Charles era proprio un deficiente, però baciava bene. Si sentì per la prima volta una donna comune e un po’ idiota. Di conseguenza andò in un altro bar a prendersi una delle sue birre enormi preferite, una bella belga rossa a fare male.
E lì incontrò Gabriel Garcìa Marquez. Marquez era impazzito per lei, “come non si poteva impazzire per una donna così”? E lei credette pure di amarlo. Ma dopo vari anni in Sud America in mezzo a numerosissime famiglie amorevoli e a guerre che in realtà, erano solo battibecchi e non avevano nulla di avventuroso, si ritrovò a fare la calza. Non era più Oriana. Se ne rese conto. Se ne andò in cerca di belle storie a vedere una guerra tra i marziani del sud e i marziani del nord, e uscì su tutte le tv del mondo della letteratura per aver salvato un bambino di 5 anni che aveva il padre del Nord e la mamma del Sud dai fucili dell’esercito di Marte del Nord.
Così Bukowski, dopo aver rimesso l’anima nel cesso dello Scrittoio la guardò dalla tv in alto ( tipo il bar Moe’s a Springfield), e pensò “Ancora non si è calmata questa pazza? Ma chi glielo fa fare?”. Lui era con una tutta snob, ma Indro Montanelli gli offrì un giro di rum e coca, e gli disse : “ A te servirebbe una come Oriana, e a lei uno come te, da mettere sul comodino e accendere quando vuole”. Bukoswki si ubriacò, se ne scordò e passarono molti mesi, quando un giorno, dopo che Oriana aveva fatto inutilmente impazzire Stefano Benni e aveva avuto un filarino con Omhar Pamuk , e aveva detto a Pavese che il suicidio è per uomini vili, si incontrarono per sbaglio in un vicolo.
Bukowski che stava facendo uno spinello con Stephen King e iniziava a vedere ovunque non persone ma pagliacci, le disse:
“ Ehilà, pazza, non ti sei ancora stancata di salvare il mondo?” ”Ma vaffanculo” disse Oriana. E Isabelle Allende, che era con lei e di queste cose se ne intendeva, osservò la scena. In fondo, aveva sempre detto ad Oriana che secondo lei Bukoswki era troppo immaturo per capire che l’amava, ma che entrambi si sarebbero fatti bene a vicenda, perché lui aveva tutta la gentilezza di cui lei aveva bisogno e lei tutta la durezza e la sfrontatezza di cui aveva bisogno lui per rimettersi in sesto. “ No Isabelle, io devo vincere il mercuriopulitzer, che mi frega di fare la crocerossina? Sì ok, bacia bene, ma hai visto che per lui siamo tutte stupide, fragilone, senza carattere? Inamabile.” e se ne andò in Vietnam a ricordarsi di quando era giovane e umana.
King disse a Bukowski: “ Ma quindi, ti piace quella tipa?” e lui rispose: “Lei è stata un evento che mi ha travolto fortemente, troppo fortemente. Ed io, forse, ero troppo distratto o troppo disattento per non innamorarmi.” In Vietnam c’era Hugo Pratt, che con Manara e Creapax disegnavano donne formose, e Oriana in fondo rispettava solo Pratt, perché nelle sue storie c’erano sì donne bellissime, ma lo erano anche dentro. Crepax non lo sopportava e di Manara le piaceva qualche vignetta, ma in fondo non aveva mai letto nessuna storia sua.
Pratt la guardò e le disse, “Orianina ma perché non ti sei messa con Charles? Dicono che vi siete baciati violentemente la prima volta che vi siete visti. Pensa Manara e Crepax qui, ne hanno fatto una graphic novel!” Crepax e Manara imprecarono contro Pratt perché Oriana a quelle parole andò a fare una bella denuncia al comando stellare e la graphic novel fu bruciata. Prese il suo cinghiale volante e dopo aver superato un paio di stelle decise di riandare allo Scrittoio. “ Che vai raccontando, brutto ubriacone? Io ti trito, non hai capito nulla di me, tu!” disse Oriana a Charles dopo averlo preso da parte. “Scusa… è che ci sono persone indimenticabili e nessuna cura” rispose lui. “ E dov’è la foto della teenager depressa che quando esistevano i social accompagnava tutte le tue frasi da baci perugina dei poveri?”. Charles scoppiò a ridere, di gusto, come non faceva mai. E le disse: “Sei simpatica. Tu riesci sempre a farmi ridere, nessuna ci riesce. So che ti piacciono le birre da uomo, quelle toste, tedesche o belghe che a me, a dirla tutta, danno allo stomaco. Ne vuoi una? Ma dobbiamo fare a metà per il conto.” “AH! Mi fai pagare? Se è così te la pago io.. tiè! Questo fanno le donne come me, si pagano le birre da sole e le offrono ai senza speranza come te.”
Bukoswki, che la trovava allo stesso tempo bella, simpatica, buffa e determinata, e non si capacitava che potesse esistere una femmina così, la invitò a casa sua. Oriana aveva esagerato un po’, almeno questa fu la scusa che raccontò a se stessa la mattina dopo, quando tutto il pianeta della letteratura la vide scorazzare con Charles (che sembrava finalmente un uomo fatto e finito, ripulito e fiero) sul suo cinghiale volante, con un sorriso sereno e soddisfatto che non aveva sfoderato mai.
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Foto: Veronica Di Norcia by Andrea Di Paola