centro cultural tina modotti Stefano Faravelli (Italia)
Stefano Faravelli (Torino, 1959) e’ un artista e scrittore italiano che vive e lavora a Torino.
Alla formazione artistica della torinese Accademia Albertina fa seguire una laurea in Filosofia morale e lo studio di lingua e cultura araba all’istituto di Orientalistica. Dai suoi numerosi viaggi nel vicino, medio ed estremo oriente, riporta affascinanti carnet pubblicati a partire dal 1994, quando esce “Sindh. Quaderno indiano”. Da allora i suoi ‘taccuini’ sono stati esposti a Londra, New York, Parigi, Istambul e Gerusalemme. Nel 2011 ha esposto nel Padiglione Italia della 54 Biennale di Venezia … vai alla pagina Fb dell’ artista
Stefano Faravelli is an italian artist and author.
Born in Torino, April 10th 1959, he was trained as a painter at the Academy of Fine Arts, and graduated from the University of Turin, were he studied Moral Philosophy at the Institute of Oriental Sciences. In 1987, he worked as stage designer and painter at Guido Ceronetti’s “Teatro del Sensibili”. In 2000 he was presented with “De Contrapuncto Triumphi” at the Galleria Jannone, for which Giorgio Soavi announced him best artist of 2000. His favorite book is “Garlands of Iran” an anthology of Persian miniatures. Artist which inspire him are Durer and Bosch, he loves atlases, encyclopedias and handbooks of zoology. This dual vocation of “peintre-savant” directed him towards the “carnet de voyage”. In 1994 he published “Sindh”, a collection of watercolors painted in India. In 1994 he visited Mali, and painted another notebook which won the prize awarded by the public at the first biennale dedicated to the Carnet de Voyage at Clermont Ferrand. A note book on China followed, then “To India to See the Elephant”, and “Egypt Looking for the Aleph”. In 2010 he published ” Japan, Notebooks of a Fluctuating World”.
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immagine: Stefano Faravelli, Amritsar – India
“Come scriveva mirabilmente Baudelaire, ‘Nessuno è più adatto a gustare un paesaggio di colui che lo osserva per la prima volta, poiché la natura si presenta allora in tutta la sua estraneità, non ancora infiaccata da un troppo frequente sguardo’. Il viaggio è proprio questo, con il suo rompere le abitudini, il suo scardinare le assuefazioni della vita ordinaria. Il viaggio è riscoperta del mondo come tessitura di segni da interpretare e comprendere. Viaggiare con il taccuino, disegnando come faccio da anni, è il mio modo di comprendere (etimologicamente: di fare mia) questa tessitura. Inoltre si tratta anche di risarcire il mondo – il creato- dall’usura dello sguardo ‘infiacchito’ di cui parla Baudelaire. Il medium del disegno e della pittura è particolarmente adeguato a cogliere questo rivelarsi del mondo e a penetrarne la stupefacente novità e bellezza.”
Stefano Faravelli