centro cultural tina modotti caracas Simona Vinci
Ci hai mai pensato?
Le persone con cui si riesce a stare in silenzio, sono poche. La gente pensa che stare insieme voglia dire parlare e così le parole diventano panico, imbarazzo, i vuoti sono momenti da riempire.
Stare in silenzio invece è pienezza, è condividere l’essenziale. La felicità è inspiegabile, è come un’acqua calma che sale dentro, muovendosi lenta, con un ritmo simile al battito del cuore.
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¿Nunca lo has pensado?
Las personas con las que se logra estar en silencio son pocas. La gente piensa que estar juntos quiere decir “hablar” y así las palabras entran en pánico, empacho, los vacíos son momentos que llenar. Estar en silencio, al contrario, es plenitud, es compartir lo esencial. La felicidad es inexplicable, es como agua en calma que se sube dentro, moviéndose lenta, con un ritmo parecido al latido del corazón.
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Simona Vinci
frammento da In tutti i sensi come l’amore, Einaudi 1999
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Traduzione: cctm
Photo by Irina Verdier on Unsplash
Simona Vinci(Milano, 1970) vive a Budrio.
Per Einaudi ha pubblicato Dei bambini non si sa niente (1997, 2009 e 2018), la raccolta di racconti In tutti i sensi come l’amore (1999) e i romanzi Come prima delle madri (2003, 2004 e 2019), Brother and Sister (2004), Stanza 411 (2006 e 2018), Strada Provinciale Tre (2007), La prima verità, (2016) Parla, mia paura (2017), In tutti i sensi come l’amore (2018), Rovina (2019) e L’altra casa (2021).
Ha scritto il racconto La più piccola cosa pubblicato nell’antologia Le ragazze che dovresti conoscere (2004) e ha collaborato alla raccolta Sei fuori posto (2010).
In tutti i sensi come l’amore, Einaudi 1999
Simona Vinci nei tredici racconti di questo libro è dell’amore attraverso i sensi che parla. Ma quello che mette in luce non è sempre gioia e felicità. Distrugge così il pregiudizio che la conoscenza dei sensi sia un trionfo dei sensi.
Con uno stile minuzioso e dettagliato, femminile per la sensualità nera che emana, ma allo stesso tempo crudele per lo sguardo maschile sulla realtà, Simona Vinci rappresenta storie di solitudine, di estraneazione dal mondo, di isolamenti, un’anestesia del corpo che, dopo essere stato preservato, congelato, esplode, supera ogni ritegno e pudore e si ascolta, si concede ad amori indomiti, necrofili. Si ciba degli altri, fa diventare pelle le parole.
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