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Il mare è tutto azzurro.
Il mare è tutto calmo.
Nel cuore è quasi un urlo di gioia. E tutto è calmo.
Sandro Penna
da Poesie, 1939
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dipinto: Anne Packard
Questa brevissima lirica, di carattere impressionistico, fa parte della raccolta Poesie del 1939. Il poeta contempla un paesaggio marino e di fronte all’azzurro e alla calma del mare prova un forte sentimento di gioia e di pace interiore.
La lirica ha una costruzione simmetrica basata su due coppie di versi: i primi due, che variano solo nell’aggettivo finale (azzurro/calmo), sono descrittivi del paesaggio esterno, gli ultimi due, descrivono lo stato d’animo dell’autore.
La rima (calmo, v.2 e calmo, v.4) e l’assonanza (azzurro, v.1 e urlo, v.3) mettono in rilievo il confronto tra ciò che viene visto e ciò che viene sentito/percepito: così come è diffuso e intenso l’azzurro del mare, così è travolgente la gioia provata dal poeta e così com’è calma la distesa marina, così il suo animo è pieno di pace.
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Sandro Penna nasce a Perugia nel 1906, da una famiglia borghese. Compie studi irregolari, diplomandosi infine in ragioneria.
Nel 1929 si stabilisce a Roma dove, ad eccezione di un breve periodo a Milano, trascorre tutta la sua esistenza. Conduce una vita sregolata, insofferente ad ogni precetto imposto dalla società. Non avendo un’occupazione stabile vive spesso di espedienti, mestieri saltuari, collaborazioni con giornali e grazie all’ aiuto degli amici.
Pubblica la sua prima raccolta, Poesie, nel 1939, grazie anche all’interessamento da parte di Umberto Saba a cui aveva inviato in visione alcuni suoi componimenti.
Poeta solitario e anticonformista rimane estraneo a scuole, correnti ed ambienti letterari ufficiali.
La sua è una poesia di emozioni, sensazioni e immagini. Egli ricorre ad uno stile tradizionale, ad una musicalità “facile”, e rifiuta ogni genere di sperimentalismo e di avanguardia.
Il tema dominante della sua produzione è l’amore omosessuale. Vicino per la limpida prosaicità all’ermetismo egli conservò la più totale indipendenza da ogni forma di catalogazione. Si esprime al meglio in componimenti brevi e intensi, vere e proprie folgorazioni poetiche.
Penna utilizza versi tradizionali, soprattutto endecasillabi e settenari e ricorre alla simmetria e alla repetitio sia sul piano tematico che su quello formale. Utilizza con maggior frequenza le rime identiche, equivoche, derivative.
Muore a Roma nel 1977 nell’ombra e in povertà.