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Ascanio Celestini (Italia)

24/05/2020 By carlaita

centro cultural tina modotti Ascanio Celestini

I poveri erano così tanto poveri
che presero la loro fame
e la misero in bottiglia e se la andarono a vendere.
Se la comprarono i ricchi,
i ricchi che nella vita avevano mangiato di tutto,
dal caviale ripieno all’ossobuco di culo di cane allo spiedo.
Però la fame dei poveri in bocca non l’avevano assaggiata mai,
così i ricchi se la comprarono.
La pagarono bene e i poveri furono contenti
e per un po’… per un po’ tirarono avanti.

Poi i poveri tornarono ad essere poveri,
così allora i poveri presero la loro sete
e la misero in bottiglia e se la andarono a vendere.
Se la comprarono i ricchi,
i ricchi che nella vita avevano bevuto di tutto,
avevano bevuto dal Brunello al Tavernello,
però la sete dei poveri in bocca non gli era passata mai.
Così allora i ricchi se la comprarono e la pagarono bene
e i poveri ne furono felici.
Per un po’ tirarono avanti.

Ma poi i poveri tornarono ad essere poveri, più poveri di prima.
Così allora i poveri presero la loro rabbia,
che i poveri di rabbia ce ne avevano assai, ce ne avevano.
Allora i poveri presero la loro rabbia
la misero in bottiglia e se la andarono a vendere.
Se la comprarono i ricchi.
I ricchi che… sì, pure i ricchi un po’ nella vita erano stati arrabbiati,
mica no!
Ma erano piccole cose, conflitti generazionali,
roba da ormoni, rodimenti di culo, insomma.
Ma la rabbia, proprio la rabbia dei poveri
i ricchi non l’avevano provata mai.
Così allora se la comprarono e la pagarono anche bene.
I poveri furono felici e per un po’ tirarono avanti.

Ma poi i poveri tornarono ad essere poveri.
Allora i poveri si vendettero tutto,
la coscienza di classe, la violenza, l’insubordinazione,
la cultura, la musica, le parole,
la letteratura, la memoria,
tutto si vendettero i poveri, tutto.
E i ricchi accumulavano.

Nelle loro cantine i ricchi
ormai avevano migliaia, milioni di bottiglie
e accanto ai baroli muffiti, muffati, passiti, moscati
ci stavano bottiglie e in quelle bottiglie
ci stava tutta la cultura dei poveri, ci stava la rabbia dei poveri
dai sanculotti fino ai braccianti di Di Vittorio nel foggiano,
fino ai nuovi braccianti, i pummarò nell’Agropontino
piuttosto che i braccianti rumeni,
quelli che vanno a lavorare e a morire nei cantieri
per dieci euro al giorno.

In quelle bottiglie, in mezzo alle altre bottiglie,
nella cantina dei ricchi,
ci stavano bottiglie piene dell’orgoglio dei poveri,
dell’orgoglio dell’aristocrazia operaia
che aveva fermato i tedeschi nel ’42, nel ’43, nel ’44 e nel ’45,
l’aristocrazia operaia che aveva conquistato lo Statuto dei Lavoratori
nel 1970, il superamento del cottimo,
fino all’orgoglio dei lavoratori precari,
che erano precari, però pure loro l’orgoglio ce l’avevano.

In quelle bottiglie c’era di tutto,
c’era lo stupore, la meraviglia dei poveri,
degli zapatisti che proprio in questi giorni,
a marzo, però di sette anni fa,
entrarono chi a cavallo, chi col somaro,
la maggior parte a piedi a Città del Messico.
In quelle bottiglie c’era tutta la cultura dei poveri,
tutto dei poveri.
I poveri tutto si erano venduti.

E alla fine i poveri diventarono così tanto poveri
che presero pure la loro povertà,
la misero in bottiglia e se la vendettero.
La comprarono i ricchi.
I ricchi che nella vita tutto erano stati, fuorché poveri.
E adesso volevano essere così tanto ricchi
da possedere pure la miseria dei miseri.
Allora quando i poveri diventarono così tanto poveri
da non possedere più nemmeno la loro povertà,
i poveri si armarono e non di coltello e forchetta
bensì di fucili e pistole,
perché la rivoluzione non è un pranzo di gala,
la rivoluzione è un atto di violenza.

Allora i poveri armati andarono fino al palazzo
arrivarono al palazzo e lì c’era il podestà
affacciato al balcone, alla finestra,
il podestà serio che li guardava.
I poveri erano armati ma rimasero fermi, immobili.
Non fecero niente.
Perché senza la rabbia, senza la fame,
senza la sete, senza l’orgoglio,
senza la coscienza di classe non si fa la rivoluzione.
Così allora il podestà scese in cantina
e tra le tante bottiglie che aveva comprato dai poveri
ne prese una, una soltanto,
era la libertà, quella loro, dei poveri,
che si era comprato tanto tempo prima.
La prese e la riconsegnò ai poveri.
E i poveri stapparono la bottiglia.
E adesso con quella libertà
i poveri potevano farci un partito, per dire.

Potevano farci un circolo,
potevano farci una bandiera,
un inno, una canzonetta.
Però ci fecero poco e niente,
perché la libertà da sola non serve a niente.

Così allora il podestà si cercò nelle tasche
e trovò un pacchetto di caramelle alla menta.
Lo prese e regalò quelle caramelle ai poveri
e i poveri da quel giorno tornarono ad essere liberi,
liberi di succhiare mentine.

Ascanio Celestini

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ascanio celestini cctm teatro scrittori regista ricchi poveri
_
illustrazione Pawel Kuczynski

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Ascanio Celestini (born in Rome, June 1, 1972) is an Italian actor, director, writer and playwright.

Born in Rome, he studied anthropology and literature at university. He approached the world of theatre from late nineties, acting in some commedia dell’arte performances.

In 1998, along with Gaetano Ventriglia, Celestini writes and performs in his first play, Cicoria. In fondo al mondo, Pasolini.

In the period from 1998 and 2000, he writes the trilogy Milleuno, about the importance of the oral tradition … keep on reading Wikipedia

 

cctm.website

ascanio celestini

 
 

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La storia della mia vita non esiste. Proprio non e La storia della mia vita non esiste.
Proprio non esiste.
Non c’è mai un centro,
non c’è un percorso,
una linea.
Ci sono vaste zone
dove sembra che ci fosse qualcuno,
ma non è vero,
non c’era nessuno.

Marguerite Duras

foto © Mira Nedyalkova 
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Se un bambino vive con le critiche, impara a conda Se un bambino vive con le critiche, impara a condannare.
Se un bambino vive con l'ostilità, impara ad aggredire.
Se un bambino vive con il timore, impara ad essere apprensivo.
Se un bambino vive con la pietà, impara a commiserarsi.
Se un bambino vive con lo scherno, impara ad essere timido.
Se un bambino vive con la gelosia, impara cos'è l'invidia.
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Sicuramente dove sei tu va tutto bene. Qui sulla Terra solito casino… Quaggiù s’invecchia e la salute è un problema. Tra poco ci rincontreremo, e io sarò felice di stare con te. E tutto sarà come una volta, anzi meglio. Lì c’è tutto e si può fare tutto e bene, proprio come facevi tu.
Mi manchi tanto. Mi manca sentirti cantare, quando mi facevi ascoltare le tue novità. O quando ci confidavamo speranze, desideri e quelle cose che pensano tutti ma che non si possono dire. Quando io arriverò dove sei tu, se Lui me lo permetterà (io ci spero perché non è che abbia fatto tante cazzate), fatti trovare con il pianoforte e la chitarra. So che lì ci sono strumenti della Madonna. E io vorrei cantare, sai?
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mio bimbo appisolato
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mia bacchetta d'argento
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mio filo di sole
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mio calamaio mio
mia volpe scopa
mio taglia boschi
mio sradica tempeste
mio guarda orsi
mio squaderna denti
mio orecchio di cavallo
mio albero del Prater
mio ricciolo di corno
mia borsa di scimmia
mia svolta d'inverno
mio carciofino mio
mia mezza notte
il mio conto alla rovescia
(da capo!)
Friederike Mayröcker
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Napoli ❤️ Spaccanapoli, angolo tra Santa Chiar Napoli ❤️
Spaccanapoli, angolo tra Santa Chiara e Via San Sebastiano 
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Quando viviamo così da dover pagare l’eccesso c Quando viviamo così da dover pagare l’eccesso
c’è qualcosa nell’amore come una luce suicida,
forse è soltanto questo,
e ci sono amori che durano più o meno quanto un bacio,
e baci che sono durati quanto tutta una vita.
Luis Rosales
dipinto Willem de Kooning (1904-1997) - The kiss (1925)
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Carissimo, sono certa di stare impazzendo di nuov Carissimo,

sono certa di stare impazzendo di nuovo. Sento che non possiamo affrontare un altro di quei terribili momenti. E questa volta non guarirò. Inizio a sentire voci, e non riesco a concentrarmi. Perciò sto facendo quella che sembra la cosa migliore da fare. Tu mi hai dato la maggiore felicità possibile. Sei stato in ogni modo tutto ciò che nessuno avrebbe mai potuto essere. Non penso che due persone abbiano potuto essere più felici fino a quando è arrivata questa terribile malattia. Non posso più combattere. So che ti sto rovinando la vita, che senza di me potresti andare avanti. E lo farai, lo so. Vedi, non riesco neanche a scrivere come si deve. Non riesco a leggere. Quello che voglio dirti è che devo tutta la felicità della mia vita a te. Sei stato completamente paziente con me, e incredibilmente buono. Voglio dirlo – tutti lo sanno. Se qualcuno avesse potuto salvarmi, saresti stato tu. Tutto se n’è andato da me tranne la certezza della tua bontà. Non posso continuare a rovinarti la vita. Non credo che due persone possano essere state più felici di quanto lo siamo stati noi.

[L'ultima lettera di Virginia Woolf al marito Leonard prima di togliersi la vita]

*

Lasciate dunque, come un bimbo che avanzi scalzo nelle acque fredde di un fiume, che io discenda di nuovo in quella corrente.

In quel fiume, vicino a casa, il 28 marzo 1941, Virginia Woolf, dopo essersi riempita le tasche di sassi, discese per porre fine alla propria vita. #virginiawoolf
Parmigianino, il Ritratto di gentildonna detto La Parmigianino, il Ritratto di gentildonna detto La schiava turca, 1532 – ubicazione Galleria Nazionale, Parma … https://cctm.website/parmigianino-aka-francesco-mazzola
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Il futuro di mio padre era di grano Era il foglio Il futuro di mio padre era di grano 
Era il foglio immacolato di un’idea 
Il benedetto istante
Da cui la luna manda inchiostro
Era un sogno immaginato 
Fame a morsi e zolle di poesia 
L’oracolo propizio 
E sorsi 
Divorati di infinito.
Il futuro di mio padre è di mio figlio 
È un regalo nella scatola sbagliata 
È tutto quello che non ho salvato ancora 
Da macerie di una favola crollata 
Sgretolata nella notte 
A poco a poco 
Poco prima che riuscisse a domandarmi 
Qual è il sogno 
A cui tenersi per adesso.
Il futuro di mio figlio ce l’ho in mano 
Un biglietto arrotolato e una bottiglia 
Con la rotta che mi tocca di tracciare 
Sullo stesso foglio bianco e accartocciato 
Stando sempre bene attento a segnalare 
Il profumo e il vento buono della vita.
Cosimo Lamanna 
 da ”Zolle”
Edizioni Tabula Fati, 2023.
foto Costanzo D'Angelo
#cosimolamanna #padre #figlio #poesia #cctmfb #linkinbio #anoipiaceleggere #leggere
Il gufo Il gufo tace. Guarda di traverso un'ombra Il gufo 
Il gufo tace. Guarda di traverso
un'ombra di sorella; pensa a un fondo
di lago, a un corpo appena morto, a un verso.
Gabriele Galloni
#gabrielegalloni 
 Illustrazione Christian Schole
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Salvatore Ferragamo, Décolleté con tomaia intera Salvatore Ferragamo, Décolleté con tomaia interamente ricoperta di strass per Marilyn Monroe, 1960 … https://cctm.website/salvatore-ferragamo-italia-5 
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Luciano De Crescenzo frammento da Così parlò Bel Luciano De Crescenzo
frammento da Così parlò Bellavista, Mondadori, 1977 … https://cctm.website/luciano-de-crescenzo-italia
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