collettivo culturale tuttomondo Rosso di Montelupo
Il Rosso di Montelupo, un bacile di straordinaria ricchezza cromatica e decorativa datato 1509, è un capolavoro della maiolica rinascimentale italiana.
Deve il suo nome a un particolare pigmento rosso usato nella decorazione, la cui composizione rimane ancora oggi un mistero.
Ha fatto parte della collezione Gustave de Rothschild di Parigi ed è successivamente appartenuto all’antiquario e collezionista francese Alain Moatti, dal quale nel 2002 il Comune di Montelupo lo ha acquistato allo scopo di donarlo al Museo della Ceramica.
La sua particolarità consiste nel largo impiego del colore rosso, usato non solo in piccoli tratteggi o punti nature, come accadeva abitualmente all’epoca, ma per campire superfici molto ampie del manufatto.
La composizione chimica del colore è ancora sconosciuta; la somiglianza con prodotti turchi è tale da far pensare che la materia prima, un ossido di manganese ricco di arsenico, fosse giunta dall’Anatolia attraverso rapporti commerciali tra i ceramisti della città di Iznik (l’antica Nicea) e i mercanti fiorentini che esportavano la ceramica di Montelupo in tutto il bacino del Mediterraneo.
Il “Rosso” presenta la tipica forma dei bacili da acquareccia, usati per raccogliere l’acqua versata da una piccola brocca per il lavaggio delle mani, che poi trovava posto nel centro del bacile.
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opera: bottega di Lorenzo di Piero Sartori, Rosso di Montelupo, 1509 – ubicazione Montelupo Fiorentino, Museo della Ceramica.
The Rosso di Montelupo or ‘The Red’ was made in the workshop of Lorenzo di Piero Sartori in 1509 – Museum of Ceramics, City of Montelupo Fiorentino
It was part of Gustave de Rothschild’s collection in Paris and later belonged to the French antiquarian and collector Alain Moatti, from whom the Municipality of Montelupo bought it in 2002 in order to donate it to the Museum. It is particularly notable for the use of the colour red, which is used not only in small ‘hatching’ details or for highlights, as was customary for this colour at the time, but to cover unusually large surface areas.
The chemical composition of the colour is still unknown; the similarity with Turkish products is such as to suggest that the raw material, a manganese oxide rich in arsenic, had come from Anatolia through trading between the ceramists of the city of Iznik (ancient Nicea) and the Florentine merchants who exported the ceramics of Montelupo throughout the Mediterranean basin.
The “Rosso” has the typical shape of the so called ‘bacili da acquareccia’, or water basin which was used to collect the water poured from a small jug whilst washing hands.
The jug would then have been placed in the centre of the basin.
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