collettivo culturale tuttomondo Raymond Queneau (Francia)
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A boarrrdo di un auto (bit bit, pot pot!) bus, bussante, sussultante e sgangherato della linea S, tra strusci e strisci, brusii, borbottii, borrrborigmi e pissi pissi bao bao, era quasi mezzodin-dong-ding-dong, ed eccoco, cocoricò un galletto col paltò (un Apollo col capello a palla di pollo) che frrr! piroetta come un vvortice vverso un tizio e rauco ringhia abbaiando e sputacchiando «grr grr, arf arf, harffinito di farmi ping pong?!»
Poi guizza e sguazza (plaffete) su di un sedile e sooossspiiira rilasssato.
Al rintocco e allo scampanar della sera, ecco-co cocoricò il galletto che (bang!) s’imbatte in un tale balbettante che farfuglia del botton del paletò. Toh! Brrrr, che brrrividi! ! !
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Raymond Queneau
Onomatopee da Esercizi di stile, Einaudi, 1983
traduzione di Umberto Eco
Esercizi di stile è un esilarante testo di retorica applicata, un’architettura combinatoria, un avvincente gioco enigmistico.
Però è anche un manifesto letterario (antisurrealista), un tracciato di frammenti autobiografici, la trascrizione di una serie di sogni realmente effettuati da Queneau. È perfino un testo politico, nonché un’autoparodia. Questo è quanto emerge dalle riflessioni che Stefano Bartezzaghi ha dedicato, in un lavoro di anni, a questo libro-capolavoro. E la sua postfazione al volume diventa complementare alla classica e sempre illuminante introduzione di Umberto Eco, del quale si conserva, ovviamente, anche la traduzione.
Raymond Queneau (Le Havre, 1903 – Parigi, 1976) è stato uno scrittore, poeta e drammaturgo francese.
Inizialmente vicino ai surrealisti, recuperò in chiave sperimentale generi tradizionali. Q. è soprattutto uno scrittore in continua ricerca di una vitalità espressiva mediante il continuo tentativo dell’innovazione linguistica. Questa si produce grazie a una forte accentuazione della soggettività lessicale e sintattica.
Tali caratteri rivelano anzitutto le opere narrative che pongono in crisi la nozione tradizionale del romanzo a personaggi per far luogo a una interpretazione dell’animo popolare. Les temps mêlés (1941) presenta uno stesso avvenimento in tre stili diversi.
Questo senso del relativo in cui s’insinua un’amara vena umoristica, raggiunge il colmo in Exercices de style (1947), dove si allineano 99 versioni diverse, specialmente nella manifestazione linguistica, dello stesso fatto banale.