cctm collettivo culturale tuttomondo Pierluigi Aristei (Italia)
Mi sono perso pagine,
ammirando fiori.
Ma ho riletto profumi
che non avevo scritto.
Pierluigi Aristei
foto: David Talley – fair use
Pierluigi Aristei (Roma 1971-2024), dopo gli studi (Laurea in Scienze Politiche e Master in Business Administration) ha lavorato come consulente e formatore nel settore della pianificazione e della gestione dei progetti aziendali.
Esordisce come autore nel 2009, con La casa che saranno, Prospettiva Editrice. Nel 2013 pubblica il suo secondo romanzo, Chiari di Vento, edito da Arduino Sacco Editore. Due anni più tardi, nel 2015, esce la sua prima raccolta di racconti: Due righe di blu all’orizzonte, per la Giovane Holden Edizioni. Nel 2018, con l’Associazione Culturale “Libereria”, vede le stampe Istantanee istanti, una sorta di diario emozionale, dove racconti alternate a poesie scattano un tratto di vita in un tratto di tempo. Nel 2022 esce il suo terzo romanzo, Bambole rare, Pathos Edizioni.
Nel 2024, con Puntoacapo, pubblica la raccolta poetica Passami il verso.
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Già autore di romanzi e racconti, e quindi incline alla narrazione, all’ordinata razionalizzazione della realtà lungo l’asse temporale, Aristei esordisce in poesia con Passami il verso, in cui è evidente lo scarto di strategico e tattico.
Se le scelte stilistiche sono centrate su un minimo scarto rispetto al parlato e variano dalla compressione ideativa alla narrazione sintetica, tematicamente il poeta compie un’operazione di aggiramento della realtà, ne delinea i contorni, l’incidenza emotiva, a evidenziarne insomma la profondità, che viene esaltata dall’uso della prima persona, un Io poetante spesso diaristico ma mai debordante, nemmeno nelle incursioni liriche, che costituiscono l’asse portante quanto a temi e spunti. Aristei, anzi, ricorre spesso alla tangenza aforistica, alla brevitas del lampo intuitivo che esplode in una chiusa gnomica: “Come un bambino che presto piange, / come un bambino che presto ride. / È così attenta la vita al principio. / Poi col tempo, distratta, se ne fa una ragione (p. 64). (Mauro Ferrari)