centro cultural tina modotti caracas E tu, atterrita dal sospetto
E tu, atterrita dal sospetto di non essere più,
sai anche questo
e ti arrangi a farti da madre.
Concedi alla bambina di essere regina
di aprire e chiudere le finestre come in un rito
rispettato da ospiti, servitù, spettatori lontani.
Eppure lei, lei, la bambina,
basta che per un solo istante sia trascurata,
si sente perduta per sempre
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Pier Paolo Pasolini, La Presenza, 1969 dedicata a Maria Callas
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foto: Maria Callas by Cecil Beaton 1957
Quando Maria Callas incontrò Pier Paolo Pasolini per girare Medea era una diva secondo alcuni sul viale del tramonto, ma ancora in primissimo piano come personaggio da rotocalco. L’armatore greco Onassis, con cui aveva vissuto per nove anni, l’aveva lasciata per sposare la vedova Kennedy con uno sciame di pettegolezzi praticamente infinito. “Nove anni di sacrifici inutili”, aveva commentato lei.
Medea fu un film faticoso: le riprese in Cappadocia, che figurava con l’antica Colchide, poi a Grado dove il Centauro ammaestra il giovane Giasone e in fine a Pisa nella Piazza dei Miracoli dove, ad onta di ogni plausibilità cronologica, Pasolini aveva posto la Ragione in omaggio a Galileo. La razionale Corinto che si opponeva a Medea. Il rapporto con Pier Paolo divenne intenso: fa più di un amicizia e a un certo punto, complice una foto scattata in aereoporto dove i due si vedono scambiarsi un bacio sulle labbra, si parlò addirittura di amore.
In realtà si trattava di un amore impossibile, anche se tra i due c’era affetto e profonda confidenza. Pasolini era disperato perché Ninetto Davoli lo stava lasciando per una ragazza.
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