collettivo culturale tuttomondo Narcisismo patologico e dipendenza affettiva
Narcisismo patologico e dipendenza affettiva. Come sopravvivere e ritrovare se stessi.
di Enrico Maria Secci
La dipendenza affettiva è la condizione psicologica in cui amare diventa ossessione e sofferenza e, nonostante ciò, ci si sente incapaci di interrompere la relazione e fare a meno dell’altro.
Ad un’osservazione superficiale il mal d’amore potrebbe apparire come una banale querelle romantica trascinata con ostinazione e senza ragione oltre lo sfinimento emotivo.
Per questo, sulle vittime dell’amore grava pesante un senso di incomprensione, di isolamento e di pregiudizio. Possono sentirsi giudicate stupide e fragili, ingenue e autolesioniste; quando arrivano le conseguenze cliniche del trauma sentimentale sono a volte diagnosticate come depresse, ansiose, anoressiche o bulimiche. E poi curate per gli effetti e non per la causa del male.
La dipendenza affettiva non si trova nei manuali diagnostici, ma è inscritta a lettere scarlatte nella realtà. Vite ammalate, annullate o spezzate da relazioni intossicanti, perse nell’abulia del tradimento e dell’abbandono, immerse nella manipolazione affettiva. Donne e uomini crollati, schiacciati da quello che credono essere il sentimento più nobile e che è, invece, il sintomo di un’autentica psicopatologia relazionale.
Come spiego nel libro “I narcisisti perversi e le unioni impossibili. Sopravvivere alla dipendenza affettiva e ritrovare se stessi“, i disturbi clinici che intervengo nelle storie di mal d’amore necessitano di essere considerati come gli esiti dello stress emotivo in un contesto relazionale e non sbrigativamente trattati come una patologia individuale.
Infatti, a seconda del punto di osservazione, può sembrare che la dipendenza affettiva sia il risultato di un “malfunzionamento” più generale di chi la patisce. A lungo, le vittime del mal d’amore hanno dovuto subire in terapia lunghe e minuziose indagini sul loro passato, sull’infanzia, sulla propria famiglia e sui genitori, come se individuare un ipotetico trauma originario potesse guarirle dal trauma attuale, dalla ferocia del vissuto presente.
In qualche modo, i dipendenti affettivi rischiano di aggravarsi se l’unica chiave di lettura offerta al loro dolore resta quella della disposizione individuale alla malattia psichica. Si sentono in colpa, si vergognano, si rassegnano e stagnano nella patologia relazionale mentre trivellano la propria esistenza alla ricerca di un giacimento lontano e antichissimo di “spiegazioni” per lo più funzionali solo a mantenere lo stato di deprivazione affettiva e di sottomissione che li ammorba.
Negli anni ’70 Robin Norwood, l’autrice del long-seller “Donne che amano troppo” ha spianato la strada ad una nuova prospettiva terapeutica delle dipendenze affettive. Anche grazie al suo lavoro, oggi si può parlare apertamente di questo disturbo interpersonale e aiutare molte persone con coscienza, consapevolezza e professionalità … continua a leggere
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illustrazione: Amanda Oleander