centro cultural tina modotti Mimmo Rotella (Italia)
Mimmo Rotella, pintor italiano nacido en Catanzaro, Calabria, el 7 de octubre de 1918 y fallecido el 8 de enero de 2006 en Milán.
Considerado el “Andy Warhol italiano”, estudió en la Academia de Bellas Artes de Nápoles. En 1945, nada más concluir la guerra, marcha a Roma, entrando en contacto con las vanguardias de su época. Inventa en 1949 un método de expresión novedoso: una especie de “poesía fonética” que denominó epistáltica y que consistía en mezclar palabras con sonidos, pitidos y onomatopeyas … siga leyendo Wikipedia
Mimmo Rotella (Catanzaro, 1918 -Milano, 2006) è stato un artista e pittore italiano.
Dopo gli inizi figurativi e le prime sperimentazioni, inizia a dipingere quadri neo-geometrici. Inizia nel 1947 a partecipare alle esposizioni, con la Mostra Sindacale di Arti Figurative e con quelle annuali dell’Art Club. Nel 1949 si dedica ad esperimenti di poesia fonetica, che denomina epistaltica . La prima mostra personale, con opere astratto-geometriche, nel 1951, presso la Galleria Chiurazzi di Roma, non riscuote il favore della critica.
Tra il 1951 ed il 1952, ottiene l’assegnazione di una borsa di studio da parte della Fullbright Foundation, che gli permette di recarsi negli Stati Uniti all’Università di Kansas City.
Sempre nel 1952 realizza la seconda personale alla Rockhill Nelson Gallery di Kansas City. Negli Stati Uniti ha l’opportunità di conoscere i rappresentanti delle nuove correnti artistiche: Robert Rauschenberg, Oldenburg, Twombly, Pollock e Kline.
Nel 1953, soffre di una crisi, durante la quale interrompe la produzione pittorica. Ormai convinto che non ci sia più niente da fare di nuovo nell’arte, ha improvvisamente quella che egli definisce “illuminazione Zen”: la scoperta del manifesto pubblicitario come espressione artistica della città. Così nasce il décollage (all’inizio collage): incolla sulla tela pezzi di manifesti strappati per strada, adottando il collage dei cubisti e contaminandolo con la matrice dadaista del ready made. Nel 1955, a Roma, nella mostra “Esposizione d’arte attuale”, espone per la prima volta il ‘manifesto lacerato’.
In seguito, pratica il cosiddetto doppio décollage:il manifesto staccato prima dal cartellone, poi, strappato in laboratorio.
In quegli anni si serve anche dei retro d’affiche, adoperando i manifesti dalla parte incollata ed ricavandone opere non figurative e monocrome.
I primi riconoscimenti arrivano nel 1956 con il Premio Graziano e nel 1957 con il Premio Battistoni e della Pubblica Istruzione.
Alla fine degli anni ’50, Rotella, è etichettato dalla critica come strappamanifesti. Di notte, strappa non solo manifesti, ma anche pezzi di lamiera dalle intelaiature delle zone d’affissione del Comune di Roma. Nel 1958 riceve a Roma la visita del critico francese Pierre Restany, con il quale inizia un lungo sodalizio. Nello stesso anno partecipa a Roma nella mostra “Nuove tendenze dell’arte italiana” organizzata da Lionello Venturi nella sede della Rome – New York Art Foundation.
La curiosità del pubblico per le stravaganze dell’artista, si concretizza nel 1960 con la realizzazione, ad opera di Enzo Nasso, di un cortometraggio dedicato ai Pittori arrabbiati, del quale Rotella cura il commento sonoro.
La Pop Art e l’Espressionismo astratto americani, assieme all’Informale ed alle ricerche spaziali e materiche che in quegli anni Fontana e Burri stanno svolgendo in Italia, giocano un ruolo di rilievo nell’orientamento di Rotella.
Usando strumenti tipografici, fra il 1967 e il 1973 realizza gli Art-typo, stampe scelte e riprodotte liberamente sulla tela.
Con questo procedimento riesce ad accavallare e sovrapporre le immagini pubblicitarie, invertendo il precedente modo di procedere.
Agli inizi degli anni settanta produce alcune opere, intervenendo sulle pagine pubblicitarie delle riviste con l’impiego di solventi e riducendole o allo stadio di impronta (frottage) o cancellandole (effaçage). Nel 1972, pubblica la sua autobiografia dal titolo Autorotella. Altra sperimentazione, in quegli anni, è quella di accartocciare i manifesti e chiuderli in cubi di plexiglas.
Negli anni ottanta elabora le “blanks” o coperture d’affiches: manifesti pubblicitari azzerati, ricoperti da fogli bianchi, come avviene per la pubblicità scaduta.
Nel 1990 partecipa al Centre Pompidou di Parigi alla mostra “Art et Pub” e al Museum of Modern Art di New York all’esposizione “High and Low”. È invitato al Guggenheim Museum di New York nel 1994 per la mostra “Italian Metamorphosis”, poi nuovamente al Centre Pompidou nel 1996 in “Face à l’Histoire”, e nel 1996 al Museum of contemporary art di Los Angeles in “Halls of Mirrors”, mostra successivamente esportata in tutto il mondo.
Al cinema di Federico Fellini dedica il ciclo di lavori chiamato Felliniana.
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opera: Mimmo Rotella, Viva America, 1963, collezione privata – by Scotch Brand – Opera propria, CC BY-SA 4.0,
opera: Mimmo Rotella, Love, decollage su cartone