collettivo culturale tuttomondo Milan Kundera Nostalgia
In greco, «ritorno» si dice nóstos. Álgos significa «sofferenza».
La nostalgia è dunque la sofferenza provocata dal desiderio inappagato di ritornare.
Milan Kundera
frammento da L’ignoranza, Adelphi, 2001
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opera: Steve Hanks, Leaving in the Rain
Milan Kundera, L’ignoranza, Adelphi, 2001
Un uomo e una donna si incontrano per caso mentre tornano al loro paese natale, che hanno abbandonato vent’anni prima scegliendo la via dell’esilio. Riusciranno a riannodare i fili di una strana storia d’amore, appena iniziata e subito inghiottita dalla palude stigia della storia?
Il fatto è che dopo una così lunga assenza «i loro ricordi non si somigliano». Crediamo che i nostri ricordi coincidano con quelli di chi abbiamo amato, crediamo di avere vissuto la medesima esperienza, ma è un’illusione.
D’altro canto, che può fare la nostra flebile memoria? Del passato, non ricorda che una «insignificante minuscola particella senza che nessuno sappia perché proprio questa e non un’altra».
Viviamo sprofondati in un immenso oblio, e ci rifiutiamo di saperlo. Solo coloro che, come Ulisse, tornano dopo vent’anni alla natia Itaca possono contemplare da vicino, attoniti e abbagliati, la dea dell’ignoranza.
E solo Kundera, fra gli scrittori di oggi, poteva riuscire a trasformare temi vertiginosi come l’assenza, la memoria, l’oblio, l’ignoranza in materia romanzesca e orchestrare con essi una magistrale, toccante polifonia.
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Milan Kundera (Brno, 1929) è uno crittore ceco.
Ha esordito come poeta (L’uomo è un grande giardino, 1953; Monologhi, 1957) ottenendo poi un vasto successo con le serie di novelle Amori ridicoli (1963, 1964).
Ha debuttato come drammaturgo nel 1962 con I proprietari delle chiavi, ambientato nel periodo dell’occupazione fascista.
Il suo primo romanzo, Lo scherzo (1967), è una satira violenta e dolorosa della realtà cecoslovacca negli anni del culto della personalità. A causa delle sue posizioni, i successivi romanzi di Kundera – La vita è altrove (1973), Il valzer degli addii (1975), Il libro del riso e dell’oblio (1978) – sono stati vietati in patria e pubblicati all’estero.
Storia, autobiografia e intrecci sentimentali si fondono ne L’insostenibile leggerezza dell’essere (1984).
Del 1987 anche il saggio L’arte del romanzo e L’immortalità .
Negli anni Novanta ha iniziato a scrivere in francese: a quest’ultima fase appartengono le opere La lentezza (La lenteur, 1995), L’identità (L’identité, 1997), L’ignoranza (L’ignorance, 2001) e i saggi I testamenti traditi (Les testaments trahis, 1992) e Il sipario (Le rideau, 2005).
Nel 2009 per Adelphi (il suo editore italiano di riferimento) è uscito il complesso Un incontro, sulla fisionomia del romanziere e la sua occulta, vitale, dolorosa fisiologia.
Del 2013 La festa dell’insignificanza, che può essere considerato una sintesi di tutta la sua opera. Una strana sintesi. Uno strano epilogo. Uno strano riso, ispirato dalla nostra epoca che è comica perché ha perduto ogni senso dell’umorismo.
Milan Kundera è stato più volte candidato al Premio Nobel per la Letteratura.
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