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Millones y millones. En todas las monedas. Eso es lo que nos cuesta averiguar si hay seres vivientes (Adanes y Evas, serpientes o gorilas, árboles o praderas) en planetas de roca o quién sabe de qué, en tanto que en este planetito con vida miles de niños mueren de hambre civilizada.
Los sentimientos se deslizan, a veces se refugian en guaridas de amor, pero cuando emergen al aire preso o libre, dan el color del mundo, no del universo inalcanzable sino del mundo chico, el contorno privado en que nos revolvemos. Gracias a ellos, a los sentimientos, tomamos conciencia de que no somos otros, sino nosotros mismos. Los sentimientos nos otorgan nombre, y con ese nombre somos lo que somo
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Milioni e milioni. In tutte le monete. Tanto ci costa verificare se ci sono esseri viventi (Adami ed Eve, serpenti o gorilla, alberi o praterie) su pianeti di roccia o di chissà cosa, mentre su questo piccolo pianeta pieno di vita migliaia di bambini muoiono di fame civilizzata.
I sentimenti si dileguano, a volte si rifugiano in covi d’amore, ma quando escono all’aria chiusa o aperta danno colore al mondo, non all’universo irraggiungibile ma al mondo piccolo, l’orizzonte privato entro cui ci muoviamo. Grazie a loro, ai sentimenti, diventiamo consapevoli di non essere altri, di essere noi stessi. I sentimenti ci consegnano un nome, e con quel nome siamo quel che siamo.
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Mario Benedetti da Il diritto all’allegria, Nottetempo, 2017
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traduzione di Stefania Marinoni
Photo by Senjuti Kundu on Unsplash
Mario Benedetti (Paso de los Toros, 1920 – Montevideo, 2009), è stato un poeta, saggista, scrittore e drammaturgo uruguaiano.
Figlio di immigrati italiani, ha conquistato la fama negli anni ’60 con il romanzo La Tregua ed è ricordato, insieme a Octavio Paz e Pablo Neruda, tra gli autori simbolo della letteratura sudamericana.
Collaboratore di numerose testate, direttore del Centro di Ricerche Letterarie della “Casa de las Américas” a L’Avana e del Dipartimento di Letteratura Latinoamericana dell’Università di Montevideo, ha lasciato l’Uruguay dopo il golpe militare del 1973, soggiornando prima in Argentina, poi in Perù, a Cuba e a Madrid. Numerosi i riconoscimenti ricevuti (il Premio Hristo Botev de Bulgaria nel 1986, il Premio Llama de Oro de Amnistía Internacional nel 1987, la Medalla Haydeé Santamaría dal Consiglio di Stato di Cuba nel 1989, la medaglia Gabriela Mistral in Cile nel 1995 e il Premio di poesia Reina Sofia nel 1999, il Pablo Neruda e il Premio Internazionale Menendez Pelayo nel 2005).
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