cctm collettivo culturale tuttomondo Mariana Acuna (Chile)
Mariana Acuna (Santiago de Chile, 1968) è una pittrice cilena, che vive e lavora in Italia a Bolzano.
Gusto per la contaminazione e vitalismo cromatico sono senza dubbio gli elementi centrali della sua poetica pittorica. Attraverso sottili spatole di colore steso con grande libertà e una tecnica quasi grafitistica, l’artista crea una vivace e vibrante tessitura cromatica di qualità materica.
Colori puri, intensi e libertà espressiva danno vita ad un mondo fantasioso ed evocativo nel quale figure misteriose e immaginarie, animali e simboli, si inserisco trovando il proprio fondamento in un’arte dove le necessità interiori si intrecciano con retaggi inconsci della tradizione sud-americane.
La pittura di Acuña si trasforma così in una sorta di alfabeto crittografico, dove forme, colori e simboli alludono alle cose, tramutando questa allusione in una intangibile meraviglia del mondo.
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opera: Mariana Acuna, Deep Forest
Mariana Acuna è quel che si dice una pittrice in linea con i tempi.
Artista cosmopolita – è originaria del Sud-America, ma vive in Italia ormai da anni – la Acuna è infatti artefice d´una pittura di forte contaminazione, nella quale confluiscono un intenso colorismo (discendente dal suo vissuto latino-americano), una spiccata tendenza alla sperimentazione visuale e, al contempo, un richiamo non equivocabile alla tradizione figurativa.
E proprio la commistione fra tessiture cromatiche elaborate in piena libertà – con una netta inclinazione per le orchestrazioni di carattere informale – e tratteggio graffitistico – marcato ed essenziale nella sua linearità – dà la chiara percezione di come l´artista sud-americana, nel suo incedere pittorico, agisca nel segno di una attiva dialettica fra opposti, però tendendo a dare luogo a un linguaggio in cui la contrapposizione tende a sciogliersi in amalgami bene equilibrati.
Ne deriva che proprio la brillante tavolozza, ora giocata sulle sfumature tonali d´una predominante coloristica, ora declinata in termini di articolati accostamenti di nuances (con un effetto a “patchwork” esaltato dalla sovrapposizione di pezzi di carta o di tela), funga da supporto narrativo per l´inserto di figure e figurette chiamate al ruolo prioritario di ectoplasmici protagonisti della narrazione.
Animali, personaggi di pura fantasia, simboli esoterici, impronte manuali, ma anche bottiglie (che riconducono direttamente alle esperienze novecentesche della natura morta) campeggiano, sparuti e solitari, sugli sfondi policromici come pure silhouettes incorporee (di cui la Acuna delinea solo il profilo) deputate a testimoniare, fabulatoriamente, l´imprescindibilità da un retaggio – quello figurativo – vissuto come memoria cui ancorare le più sfrenate derive dell´immaginazione.
Un contrappuntistico confronto, nel susseguirsi di fughe e ritorni, in grado di esprimere a pieno la temperie che viviamo; una temperie nella quale paiono convivere il passato col presente, lo sperimentalismo con la conservazione, in una sorta di eterno ritorno che tutto compendia e nulla rinnega. (by Salvo Ferlito)
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opera: Mariana Acuna, Deep Forest