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Jorge Osbaldo (Colombia)

01/02/2020 By carlaita

centro cultural tina modotti Jorge Osbaldo (Colombia)

Giorno del ringraziamento di Jorge Osbaldo (Colombia) tratto dal libro 9 Difuntos, Uniediciones Sello Editorial, 2019

In seguito all’insistenza di chi lo guardava, Tiberio si mise a ricordare, con chi si fosse incontrato, almeno negli ultimi giorni. E gli vennero in mente una quantità di volti con la nitidezza di una buona macchina fotografica, ma nessuno aveva i lineamenti del giovane dagli occhi azzurri e capelli neri con ciuffi biondi.

“Chi sei? Perché mi guardi tanto?

Tiberio continuò con le sue domande, ma il giovane, senza mostrare d’ascoltarlo, concentrava la sua attenzione in qualcosa simile a una macchia che Tiberio aveva sulla fronte.

“Per quanto ancora tu sei concentrato sul mio volto – insisteva Tiberio -, dovrai prima o poi ascoltarmi. Voglio sapere chi sei. Si, almeno il tuo nome che dev’essere quello di un angelo. Sai? A forza di fissare i tuoi occhi di cielo, il tuo radiante sguardo su di me, ti trovo ogni volta più piacevole. Ti vedo con una tenerezza senza limiti e, sempre, con un nobile cuore. Questione pericolosa, certo, perché l’essere una persona molto buona in un mondo aggressivo, è offrirsi come vittima. Non dimenticare che abitiamo una zona rossa dove annientano per la cosa più piccola o per il piacere di veder morire. 17,18,19 anni? Sei nell’età dove più si gode la vita e per questo devi stare attento a ogni pericolo. Dal cuore chiedo a Dio che la cattiveria non ti raggiunga mai, che resti sempre sano come ti penso. Ho fiducia che la vita ti ami tanto e gli anni di fortuna non ti abbandonino. Ti dico questo e…”

Tiberio fece una pausa quando vide che il giovane, bagnandosi le labbra con la punta della lingua, schiuse la bocca.

Aspettava almeno un “si” come risposta alle sue parole, ma come fosse solo un modo per sbadigliare, continuò lasciando briglia sciolta al suo tono espressivo:

“Nemmeno sbatti le palpebre per guardarmi. Ingolosisci con la tua immagine. Sicuro hai un dono speciale. Irradi energia, sei bello, molto bello. Trabocchi erotismo, voglia di baciarti, così arrossisco al dirtelo. Mi piaci. Già immagino il piacere di averti almeno come amico e, per questo insisto in un riferimento, in una spiegazione del perché sei insieme a me se non mi conosci… se non ti conosco.
Dimmi qualcosa, cuore divino. Voglio ascoltarti. Per favore! Per favore!”

Alla fine il giovane sembrò averlo ascoltato. Sorrise. Allontanò un mazzo di anturi, si piegò sulla bara e, scendendo con il volto fino quasi a baciare il vetro della piccola finestra, in tono soave e appena intendibile, disse:

– Amico, io non so lei chi era. Il suo nome l’ho appena letto nei manifesti all’entrata. Nessuno mi ha mandato contro di lei, il nemico è stata la sfortuna … Ah, però io vengo a ringraziarla. Sì, amico, con questa pallottola che le ho lasciato in fronte e con lei così elegante in questo severo scatolone, dimostro che posso oramai guadagnare i money per il pane di ogni giorno. Che bel guadagno! Mi si è sistemato il curriculum.

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Acción de gracias de Jorge Osbaldo (Colombia) del libro de cuentos 9 Difuntos,  Uniediciones Sello Editorial, 2019

Debido a la insistencia del que lo miraba, Tiberio se puso a recordar, con quiénes se había encontrado, al menos en los últimos días. Y trajo a la mente una cantidad de rostros con la nitidez de una buena cámara fotográfica, pero ninguno tenía las facciones del joven de ojos azules y cabello negro con mechones rubios.

“¿Quién eres? ¿Por qué me miras tanto?”

Tiberio siguió con sus preguntas, pero el joven, sin dar indicios de escucharlo, centraba su atención en algo parecido a una mancha que Tiberio tenía en la frente.

“Por más concentrado que estés en mi rostro —insistía Tiberio—, tendrás en algún momento que escucharme. Debo saber quién eres. Sí, al menos tu nombre que debe ser el de un ángel. ¿Sabes? Con tanto fijar tus ojos de cielo, tu radiante mirada en mí, te encuentro cada vez más agradable. Te visualizo con una ternura sin límites y, siempre, con noble corazón. Asunto peligroso, claro, pues el ser muy buena gente en un mundo agresivo, es dar motivo a ser la víctima. No olvides que habitamos una zona roja donde aniquilan por lo más mínimo o por el placer de ver morir. ¿17, 18, 19 años? Estás en la edad en que más se disfruta la vida y por eso debes cuidarte de todo peligro. De corazón pido a Dios que la maldad nunca te llegue, que sigas siempre tan sano como te pienso. Confió en que la vida te quiera mucho y los años de fortuna no te abandonen. Te digo esto y…”

Tiberio hizo una pausa cuando vio que el joven, mojándose los labios con la punta de la lengua, entreabrió la boca.

Esperaba al menos un “sí” como respuesta a sus palabras, pero como solo fue para dar un bostezo, continuó dándole rienda a su tono expresivo:

“Ni siquiera parpadeas por mirarme. Engolosinas con tu imagen. Seguro que tienes un don especial. Irradias energía, eres bello, muy bello. Desbordas erotismo, ganas de besarte, así me sonroje al decírtelo. Me encantas. Ya imagino la dicha de tenerte al menos como amigo y, por eso insisto en una referencia, en una explicación de por qué estás junto a mí si no me conoces… si no te conozco. Dime algo, corazón divino. Quiero escucharte. ¡Por favor! ¡Por favor…!”

El joven pareció al fin haberlo escuchado. Sonrió. Retiró un ramo de anturios, se recargó en el ataúd y, bajando el rostro hasta casi besar el vidrio de la pequeña ventana, en tono suave y apenas entendible, dijo:

—Parce, no sé quién era usted. Su nombre acabo de leerlo en los afiches de la entrada. Nadie me mandó en su contra, el enemigo fue la mala suerte… Ah, pero yo vengo es a darle las gracias. Sí, parce, con esa bala que le dejé en la frente y con usted toda elegancia en este severo cajón, demuestro que puedo ya ganar las lukas para el pan de cada día. ¡Qué buena liga, se me arregló la hoja de vida!

 

Traduzione: Centro Cultural Tina Modotti
Foto: Jorge Osbaldo

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Mi sono seduto anche a tavole sontuose dove i bicc Mi sono seduto anche a tavole sontuose
dove i bicchieri vanno secondo i vini
e uomini di molto più eleganti
s'aggirano a servire le pietanze.
Ma so meglio la tavola dove si strofina il fondo della scodella
con il pane e le dita arruginite
mensa di panche basse a mezzogiorno
di fiati vergognosi di appetito.
Non bisbiglio di commensali a commerntare il pasto
ma di gole indurite che inghiottiscono
per rimettere forza di lavoro
e non portano eretti alla bocca la posata
ma si calano sopra, adedentano a mezz'aria
per nascondere il magro del boccone
il quasi niente avanzo della sera.
E di cibo non parlano per il timore di nominarlo invano.

Erri De Luca

dipinto ©️Bernard Buffet
Ci vuole un gran fisico per correre dietro ai sogn Ci vuole un gran fisico per correre dietro ai sogni.

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Ogni ruga sui nostri volti e’ una storia vissuta Ogni ruga sui nostri volti e’ una storia vissuta con coraggio, orgoglio, sorriso, pianto, amore.
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Titolo: 
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Prometto di amarti e rispettarti, finché morte no Prometto di amarti e rispettarti, finché morte non ci separi - disse, guardandosi allo specchio. 
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Si può paragonare la vita a un tessuto ricamato, Si può paragonare la vita a un tessuto ricamato, di cui ognuno può vedere il lato esterno nella prima metà della sua esistenza, e il rovescio nella seconda: quest’ultimo non è così bello, ma più istruttivo, poiché lascia riconoscere la connessione dei fili.

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L'amore a mano aperta Io non ti do il mio amore c L'amore a mano aperta

Io non ti do il mio amore come fanno
le altre donne, in uno scrigno freddo
d'argento e perle, né ricco di gemme
rosse e turchesi, chiuso, senza chiave;
né in un nodo, e nemmeno in un anello
lavorato alla moda, con la scritta
"semper fidelis", dove si nasconde
un'insidia che ottenebra il cervello.
L'Amore a mano aperta, questo solo,
senza diademi, chiaro, inoffensivo:
come se ti portassi in un cappello
primule smosse, o mele nella gonna,
e ti chiamassi al modo dei bambini:
- Guarda che cos'ho qui! – Tutto per te -.

Edna St. Vincent Millay

Illustrazione Liliana Comes
Etimologia di amore. dal latino: [amare]. Un'etim Etimologia di amore. 
dal latino: [amare]. Un'etimologia falsa ma
estremamente poetica vuole che derivi dal latino [a-mors], senza morte.
Parola arcinota, pronunciata tanto spesso come capita a poche. L'etimologia mette in luce
l'archetipicità di questo sentimento: "amore" non deriva da altre, non è composta: la sua radice significa se stessa. Quasi non pare artificiale.
Altro paio di maniche è scegliere i sensi, i significati e
il respiro che si vuole dare a questa parola - a questo sentimento. Naturalmente ha un'ottica soggettiva, e il tema sarebbe complicatissimo. Ma su una cosa si può concordare: tanto più ampio e consapevole e tanto più profondo e coltivato è il significato che le diamo, tanto è meglio per la nostra intera vita.
Prevért scriveva: 
La vita è una ciliegia
la morte il nòcciolo
l'amore il ciliegio.

illustrazione Amanda Cass
A volte abbiamo bisogno solo di qualcuno che ci di A volte abbiamo bisogno solo di qualcuno che ci dica che andiamo bene così, anche con i nostri vuoti.

Roberto Emanuelli
Fabio Magnasciutti Fabio Magnasciutti
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