cctm collettivo culturale tuttomondo igor sibaldi (italia)
Un singolo individuo può, semplicemente cambiando il suo modo di vedere il mondo, cambiare la sua vita.
In certi periodi è molto meglio pensare con la propria testa, cioè imparare a scoprire la realtà senza chiedere l’approvazione di nessuno.
Una volta si chiamava “eresia” che significa “libertà di scelta”.
Per comodità, la chiameremo: “disobbedienza”.
Tanti la usano “contro” gli altri, e la sprecano.
Quando invece la si usa “per” conoscere se stessi, diventa il migliore strumento di autoanalisi e di cambiamento.
La mente funziona in base a leggi precise.
Ma a noi, queste leggi sono state insegnate da un mondo che oggi è sempre più piccolo e decrepito.
Disubbidire significa “recuperare una dimensione nuova”, disubbidire alla realtà, ai principi vissuti in modo coercitivo per fare spazio ad una nuova realtà, in cui si possa esprimere se stessi e cercare di volta in volta risposte valide nel proprio processo personale di crescita interiore.
I media, come tutta la società in generale, normalmente fanno leva sulla paura e sull’ansia, in modo che le persone evitino di guardare con attenzione e prestare cura a quanto accade intorno a loro, finendo con l’accettare l’inaccettabile.
Per chi “obbedisce”, ogni problema è una sciagura perché fa vacillare le basi del suo mondo.
Per chi comincia a “disobbedire”, il problema è invece una festa.
Pensare positivo significa sviluppare un forte adattamento a quello che è, mentre la disobbedienza invita a sviluppare un forte disadattamento.
Non penso positivo, penso “diverso”.
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Igor Sibaldi, tratto da Il frutto proibito della conoscenza, 2000
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foto Cristina Garcia Rodero: Georgia, 1995 – fair use
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