collettivo culturale tuttomondo Eraclito di Efeso
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È la medesima realtà il vivo e il morto, il desto e il dormiente, il giovane e il vecchio: questi infatti mutando son quelli, e quelli di nuovo [mutando] son questi.
Eraclito
Frammento 88 Diels-Kranz
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immagine: DALL·E
Eraclito di Efeso (Efeso, 535 a.C. – Efeso, 475 a.C.) è stato un filosofo greco antico, uno dei maggiori pensatori presocratici.
Eraclito è considerato il Pensatore oscuro per eccellenza ed egli stesso nutriva sfiducia nella possibilità che il suo scritto potesse essere compreso dalla maggior parte degli uomini.
Egli è interpretato in modi differenti a causa del suo stile ermetico, oracolare, criptico e della frammentarietà nella quale è giunta la sua opera già complessa in principio.
Ad esempio Aristotele, che si suppone ne abbia letto integralmente l’opera, lo definisce «l’oscuro»; persino Socrate ebbe problemi a comprendere gli aforismi dell’«oscuro», sostenendo che erano profondi quanto le profondità raggiunte dai tuffatori di Delo.
Eraclito influenzò in vario modo i pensatori successivi: da Platone allo stoicismo, la cui fisica ripropone in gran parte la teoria eraclitea del logos. (fonte Wikipedia)
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Se da un lato è sensato – per buona parte della critica storico-filosofica – riferirsi ad Eraclito come il “filosofo del divenire”, su un altro versante interpretativo, sembra essere altrettanto appropriato approcciarsi al pensiero dell’efesio considerando la sua speculazione come incentrata su una prima e fondamentale importanza data al lògos. Nel sopra citato frammento, infatti, si nota quanto sia presente un non troppo implicito carattere rivelativo del lògos filosofico. Eraclito è il primo a mettersi in disparte: è perfettamente consapevole che l’ascolto debba essere indirizzato al lògos stesso e non, quasi profeticamente parlando, alla sua parola. In questo senso è egli stesso a farsi mero portavoce di un qualcosa che “già è” e che, in primis, “sempre è”. Come ha osservato il filosofo Giorgio Colli, il verbo greco “eidénai” (εἰδέναι) indica preminentemente un “congetturare per immagini”, un “intuire”. Tale analisi filologica, evidenzia quella peculiare tensione del mondo greco antico a legare l’atto stesso della conoscenza con quello della visione. (fonte Wikipedia)
collettivo culturale tuttomondo Eraclito di Efeso