cctm collettivo culturale tuttomondo carpe diem
L’ode I, 11 di Orazio, comunemente conosciuta come l’ode del Carpe Diem, è una delle opere più celebri della poesia latina e racchiude un profondo messaggio esistenziale. Rivolta a Leuconoe, il componimento invita a riflettere sulla precarietà della vita e sull’importanza di vivere il presente.
Tu ne quaesieris, scire nefas, quem mihi, quem tibi
finem di dederint, Leuconoe, nec Babylonios
temptaris numeros. Ut melius, quidquid erit, pati!
Seu plures hiemes seu tribuit Iuppiter ultimam,
quae nunc oppositis debilitat pumicibus mare
Tyrrhenum, sapias, vina liques, et spatio brevi
spem longam reseces. Dum loquimur, fugerit invida
aetas: carpe diem, quam minimum credula postero.
Orazio
da Carmina, I,11
Non domandare (traduzione di Franco Fortini)
Non domandare, è male, la fine mia, la tua.
Non cercar gli oroscopi. Ti basti,
quel che sarà, patire.
Altri inverni verranno o questo è l’ultimo
che ora affanna ai promontori il mare
Tirreno. Tu che sai,
versa altro vino: la vita è breve, è lunga
la speranza. Recidila. Ti parlo e
l’ora va. Ridi al giorno. Altro non c’è.
da Composita solvantur, Einaudi, 1994
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foto: Carri Amstrong – fair use
Quinto Orazio Flacco (Venosa, 8 dicembre 65 a.C. – Roma, 27 novembre 8 a.C.), poeta latino.
Può essere definito come il più classico dei poeti latini sia per il contenuto sia per la perfezione formale della sua poesia. Egli ha infatti cantato un atteggiamento morale e uno stile di vita ispirati alla semplicità, al distacco dalle passioni e al senso della misura.
Franco Fortini, nato Franco Lattes (Firenze, 10 settembre 1917 – Milano, 28 novembre 1994), poeta, critico letterario, saggista e intellettuale italiano.
La sua poesia è testimonianza anche ideologica delle lotte di classe del primo dopoguerra, voce progressista e coscienza critica del fallimento degli ideali.
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