collettivo culturale tuttomondo Brunella Gasperini
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Il mio fidanzato mi ha detto apertamente che anche da sposati, pur volendomi bene, non potrà fare a meno di andare con altre donne, perché sempre la stessa minestra stanca. Anche se la pensava così poteva fare a meno di dirmelo, al mondo si vive di illusioni e tolte quelle non rimane niente. Ho pensato di lasciarlo perché se dopo sposati lui continuasse a comportarsi come ha detto, non potrei neanche fargli scenate in quanto lui mi risponderebbe che mi aveva avvertita prima.
(S., 1968)
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Curiosa logica, no? Sembra che S. sia decisa a lasciare il suo fidanzato non tanto per le sue tendenze poligamiche, quanto perché lui gliele ha dichiarate, togliendole così:
1. le illusioni («unica ricchezza»), secondo S., di questo misero mondo;
2. il diritto di dare in escandescenze (unica soddisfazione, sempre secondo S., delle misere mogli).
E passiamo dalla logica di S. alla logica del suo fidanzato, che si riserva ampio diritto di « andare» con altre donne « anche» dopo le nozze, basando questo diritto sulla lapidaria sentenza che « sempre la stessa minestra stanca».
Lo sfiora mai il sospetto che, dopo tutto, anche il marito rappresenta per la moglie sempre lo stesso minestrone? Mai: lui si sente variatissimo, camaleontico, l’arcobaleno dei mariti. Vive, evidentemente, anche lui di illusioni.
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Brunella Gasperini
per la posta del cuore – Ditelo a Brunella – di Annabella
Bianca Robecchi, detta Brunella, coniugata Gasperini (Milano, 22 dicembre 1918 – Milano, 7 gennaio 1979), è stata una giornalista e scrittrice italiana.
Trascorse la maggior parte della sua vita tra Milano, la sua città natale, e San Mamete, piccola frazione della Valsolda, sul Lago di Lugano. Conclusa una breve parentesi come insegnante nell’immediato dopoguerra, iniziò a collaborare con il Corriere della Sera e diversi periodici Rizzoli all’inizio degli anni cinquanta, distinguendosi immediatamente per una visione moderna e progressista sulle questioni che avrebbero dominato la società italiana negli anni successivi.
La rubrica “Ditelo a Brunella”, in particolare, fu pubblicata su Annabella per venticinque anni, e la vide stabilire un dialogo aperto e franco con i suoi lettori su tematiche come il divorzio, l’aborto, la famiglia e la politica. Analoghe tematiche affrontò nella sua rubrica “Lettere a Candida”, pubblicata per molti anni su Novella … continua a leggere su Wikipedia
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