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Ángeles Mastretta (Messico)

09/04/2022 By carlaita

collettivo culturale tuttomondo Ángeles Mastretta

Dopo avere a lungo cercato marito, Dolores si imbatté in una ragazza dagli occhi a mandorla.

Non le era mai venuto in mente che la sua difficoltà nei confronti del sesso opposto fosse che non era fatta per dormire con nessuno dei suoi rappresentanti.
Gli uomini non l’avevano mai entusiasmata, ma dato che è consuetudine cercare marito tra loro, all’inizio si era proposta di tentare. Con il tempo si fece la fama di donna inavvicinabile, e per la verità lo era. Da giovanissima aveva avuto innumerevoli pretendenti, attratti dal suo sorriso aperto, dalle sue gambe perfette e dalla sua voce spavalda e incapace di reticenze. Con nessuno però era andata oltre la soglia di casa, quando finalmente riusciva a farsi riaccompagnare. Gli uomini non erano il suo genere preferito, ma a quei tempi non era dato che una donna potesse stringere un’alleanza con qualcuno sprovvisto di qualcosa che gli pendesse tra le gambe.
Diventò impresaria teatrale e ottenne tutto il successo che era possibile riscuotere in Messico facendo un lavoro simile. Con le produzioni colte guadagnava poco, ma quando si occupava di produzioni musicali o coreografie per la televisione le cose andavano a gonfie vele. Fece di tutto un po’.

Meno trovare un marito, qualsiasi cosa avesse tentato le era riuscita.

Era un’avida lettrice. La sua passione per i libri era così ostinata che divenne un’esperta di librerie antiquarie, nonché la migliore cliente di un uomo che nel 1971 era il cercatore di reliquie più affidabile sulla piazza.
Il lunedì, prima di andare a pranzo da Amanda, la sua amica Amanda, una donna che cantava con le stesse viscere con cui amava da anni lo stesso zuccone, passava dalla libreria in centro.

Fu lì che conobbe Mariana, e lì le venne voglia di baciarla in un modo che non fosse il docile baciarsi tra donne.

Doveva avere vent’anni, studiava Storia e arrotondava consegnando, in moto, i libri che la gente ordinava a Polo, venditore di libri stracciati e libri scuciti, libri di filosofia cinese e libri di cucina turca.
La mattina in cui Dolores si imbatté nelle sue spalle, entrando in libreria, lei era china sul banco e guardava i pacchetti che Polo le aveva preparato.
Dolores vide i suoi fianchi da levriero, spigolosi sotto i jeans, vide la vita stretta nella T-shirt, vide la nuca rotonda e i capelli raccolti in una coda di cavallo e seppe che stava guardando una meraviglia.
Mariana udì i suoi passi e ruotò il busto per guardarla. Aveva lineamenti che tradivano l’energia della loro proprietaria.

«Stavamo aspettando proprio lei», le disse. «La vuole una prima edizione del Quartetto di Alessandria? Gliel’ho già trovata. C’è una famiglia di matti che sta vendendo a pezzi la biblioteca della madre. Il libro ce l’hanno loro».
«Compragli tutto», disse Dolores in tono di supplica. Mariana aveva una piccola commissione su ogni libro trovato e venduto, tuttavia fu più felice della possibilità dì salvare la biblioteca che del suo guadagno. Dolores vide che le brillavano gli occhi di piacere e la ascoltò mentre le descriveva la stanza e le librerie dagli sportelli orizzontali, che scomparivano sotto gli scaffali quando uno aveva bisogno di prendere un libro.
Andarono insieme a vederla. Tutta la casa era in vendita.

«Se tu non avessi un marito, vivrei con te», le disse Mariana, facendo ondeggiare la coda di cavallo mentre andava su e giù per la stanza.
«Solo per vivere qui?», domandò Dolores, che di colpo era diventata timida.
«Solo per vivere con te», disse Mariana. «E guarda che ne ho viste di donne, in vita mia».
«E quanto potrà essere lunga la tua vita?», le domandò Dolores, che all’improvviso sentì di avere settantacinque anni e non quaranta.
«Lunga come dieci anni in un collegio di suore». «Lunghissima», disse Dolores.
«Sì, lunghissima», annuì Mariana. «Soprattutto gli ultimi tre anni. In terza superiore mi sono innamorata perdutamente di una compagna che voleva sposarsi con un certo Manuel, e alla fine lo ha sposato senza neanche un pizzico di rimorso».

Dolores la ascoltava parlare e non ci poteva credere: nel mondo esisteva una tavola di salvezza. E quella tavola era un veliero con una ragazza sulla prua. Ventitré anni, occhi vivaci e una mano protesa verso di lei.
«Non ho un marito», disse Dolores.
L’uomo che mostrava i libri e la casa le portò al secondo piano. Le stanze erano vuote, ma in tutte e tre c’erano scaffali e finestre che davano sul giardino. Quando scesero le scale, Dolores si appoggiò al corrimano e Mariana le passò un braccio intorno alla vita.
Come poteva succedere a lei, una coreografa con la testa sulle spalle?, si domandò Dolores. Lei, una solitaria, non una lesbica. Lei, una misantropia ambulante, non una donna con fidanzata. Lei, un’intellettuale, non una capricciosa con desideri che alcuni avrebbero definiti equivoci e che, di colpo, apparivano l’unica scelta sensata che potesse fare nella vita.
E pensare che solo pochi giorni prima aveva riso dì Amanda, dubitando che la pancia potesse andare da una parte e la testa dall’altra.

Le bugie hanno le gambe corte, pensò fustigando il suo amor proprio. Nulla, se non la voce della ragazza che la prese per mano per trascinarla a vedere il giardino della casa dei libri, le sembrava importante.
Nel giro di mezz’ora aveva perso tutta la distanza critica con cui giudicava allegramente la melensaggine dell’amore e i suoi impacci.
Sarebbero tornate un altro giorno, dissero all’esecutore testamentario che cercava di vendere la biblioteca. Per il momento, a titolo di caparra, pagarono i quattro libri e andarono a pranzo a casa di Amanda.
Erano le tre e mezzo quando lei aprì la porta. Aveva in mano una tequila, i limoni e altri bicchieri erano sul tavolo. Dolores entrò come una folata di vento e abbracciò la sua amica come se avesse urgente bisogno di nascondersi. Mariana entrò dietro di lei, si presentò da sola e trasformò il tradizionale pranzo a due in una riunione tra vecchie conoscenti.

Aveva vent’anni di meno ed era venti volte più matta delle due amiche. Dopo pranzo si sedettero sul tappeto a chiacchierare finché furono mezzo ubriache. Dolores non riusciva ancora a credere a quel che le stava succedendo. Alle nove di sera Amanda le buttò fuori perché aspettava il suo fidanzato di allora e di sempre.
«Non ce ne vogliamo andare», disse Dolores, che aveva paura. Terrore della ragazzina che le stava facendo il solletico sulla pianta dei piedi.
«Adesso vai, su», le disse Amanda. «Ora che finalmente l’hai trovata, non perdere la tua mezza mela».
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Angeles Mastretta

da Mariti, Giunti editore, Firenze, 2008.

Traduzione di Gina Maneri
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foto Bert Hardy England, 1957

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Después de mucho buscar marido, Dolores dio con una mujer de ojos almendrados.

No se le había ocurrido antes que su dificultad para lidiar con el sexo opuesto fuera que no estaba hecha para dormir con ninguno de los poseedores de semejante cualidad. Los hombres nunca le provocaron entusiasmo, pero como es la costumbre buscar marido entre ellos, al principio se propuso intentarlo. Con el tiempo se le hizo fama de imposible y la verdad es que lo era. De muy joven tuvo mil pretendientes, porque los provocaba la hilaridad con que sonreía, la perfección de sus piernas y la bravura de su voz incapaz de reticencias. Pero con ninguno quiso pasar más allá de la puerta, cuando por fin conseguía que la regresaran a su casa. Los señores no eran su género predilecto, pero en el aire no estaba que las alianzas de una mujer pudieran darse con alguien que no tuviera algo colgando entre las piernas. Se volvió directora de teatro y tenía un éxito tan grande como el que era posible tener en México haciendo semejante trabajo. Cuando se ponía culta ganaba poco, cuando hacía producciones musicales o coreografías para televisión le iba bien. De todo hizo.

Menos la de encontrar marido, se le había dado cualquier actividad.

Era una lectora voraz. Tanto y tan necia resultó su pasión por los libros que se fue volviendo especialista en librerías de viejo y era la mejor clienta de un hombre que para 1971 se había convertido en el más confiable buscador de reliquias. Los lunes, antes de ir a comer con Amanda, su amiga Amanda, una mujer que cantaba con las mismas entrañas que tenía siempre enamoradas del mismo necio, pasaba por la tienda de libros en el centro de la ciudad. Ahí conoció a Mariana y ahí mismo se le antojó besarla de un modo que no fuera el dócil besarse que tienen las mujeres entre sí. Tenía como veinte años, estudiaba Historia y completaba para vivir repartiendo, en motocicleta, los libros que la gente le encargaba a Polo, que lo mismo vendía un roto que un descosido, lo mismo un libro de filosofía china que uno de cocina turca. La mañana en que Dolores dio con sus hombros, al entrar en la librería, ella estaba recargada en el mostrador espiando los paquetes que Polo le había preparado.

Dolores vio sus caderas de galgo, respingadas bajo los pantalones de mezclilla, vio su cintura apretándose dentro de una camiseta, vio su nuca redonda y su pelo levantado en una cola de caballo y supo que estaba viendo una joya. Mariana oyó sus pasos y volteó los hombros torciendo la cintura para poder mirarla. Tenía unas facciones que hablaban solas de la contundencia con que vivía su dueña. —A usted la estábamos esperando —le dijo—. ¿Quiere una primera edición del Cuarteto de Alejandría? Ya se la encontré. Hay una familia de locos que está vendiendo en pedazos la biblioteca de su madre. Ellos tienen el libro. —Cómprales todo —dijo Dolores como quien todo pide. Mariana tenía una pequeña comisión por el hallazgo y la venta de cada libro, sin embargo, la hizo menos dichosa su ganancia que la posibilidad de salvar la biblioteca. Dolores vio cómo le brillaban los ojos del gusto y la oyó describirle la estancia con libreros de puertas horizontales que se esconden bajo los estantes, cuando uno necesita buscar un libro. Fueron a verla. Estaba en venta toda la casa. —Si no tuvieras un marido, viviría contigo —le dijo Mariana moviendo la cola de caballo mientras iba y venia por la estancia. —¿Sólo por vivir aquí? —preguntó Dolores, que de repente se había vuelto tímida. —Sólo para vivir contigo —dijo Mariana —. Y mira que he visto mujeres a lo largo de mi vida. —¿Qué tan larga puede ser tu vida? —le preguntó Dolores, que de repente sintió sus cuarenta años como si fueran setenta y cinco. —Tan larga como diez años en un internado de monjas. —Larguísima —dijo Dolores. —Sí, larguísima —asintió Mariana—. Sobre todo los últimos tres años. Desde tercero de secundaria me enamoré perdida de una compañera empeñada en casarse con un tal Manuel con el que finalmente se casó, sin una gota de remordimiento.

Dolores la oía hablar y no lo podía creer: había en el mundo tal cosa como una tabla de salvación.

Y semejante tabla era un velero con una muchacha en la proa. Veintitrés años, ojos en alerta y una mano hacia ella. —No tengo un marido —dijo Dolores. El señor que mostraba los libros y la casa quiso enseñarles el segundo piso. Los cuartos estaban vacíos, pero en los tres había estantes para libros y ventanas que veían al jardín. Cuando bajaron la escalera, Dolores apoyó la mano en el barandal y Mariana le cruzó un brazo por la cintura.
¿Cómo le estaba pasando eso a ella, una coreógrafa cuerda?, se preguntó Dolores. Ella, una solitaria, no una lesbiana. Ella, una misantropía ambulante, no una novia con novia. Ella, una intelectual, no una frívola con deseos que otros llamarían equívocos y que, de repente, parecían el único hallazgo acertado que podía tener en su vida. Quién la oyera días antes, riéndose de Amanda, poniendo en entredicho que la cintura pudiera caminar por un lado y la cabeza por otro. Más pronto cae una habladora que una coja, pensó contradiciendo el pundonor de su lengua. Nada, sino la voz de la muchacha que la tomó de la mano para jalarla a ver el jardín de la casa con libros le parecía importante. En media hora había perdido toda la distancia crítica con que tan alegremente juzgaba la cursilería del amor y sus torpezas. Ya volverían, le dijeron al albacea, empeñado en venderles la biblioteca. Por lo pronto, como quien da un enganche, pagaron los cuatro libros y se fueron a comer a la casa de Amanda.

Eran las tres y media cuando ella les abrió la puerta. Tenía un tequila en la mano, los limones y otros vasos sobre la mesa. Dolores entró empujada por un viento y abrazó a su amiga como si le urgiera esconderse. Mariana entró tras ella, se presentó a sí misma y convirtió la tradicional comida de dos en una reunión de tres viejas conocidas. Era veinte años más joven, y veinte veces más loca que las dos amigas. Después de la comida se sentaron en el tapete a conversar hasta que se medio emborracharon. Ni así Dolores podía creer lo que le estaba sucediendo. Para las nueve de la noche Amanda las corrió porque esperaba a su novio de entonces y de siempre. —No nos queremos ir —dijo Dolores, que tenía miedo. Pánico de la niña que le estaba haciendo cosquillas en las plantas de los pies. —Anda, ve —le dijo Amanda—. Ya que por fin la encontraste, no pierdas a tu media naranja

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Angeles Mastretta

fragmento , Maridos

 

 

 

 

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Sai quel luogo che sta fra il sogno e la veglia, d Sai quel luogo che sta fra il sogno e la veglia, dove ti ricordi ancora che stavi sognando? Quello è il luogo dove io ti amerò per sempre, Peter Pan. È lì che ti aspetterò. 
James Matthew Barrie
dipinto Spirit of the night, John Atkinson Grimshaw , 1879
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C’è un paio di scarpette rosse numero ventiquat C’è un paio di scarpette rosse
numero ventiquattro
quasi nuove:
sulla suola interna si vede ancora la marca di fabbrica
“Schulze Monaco”.
C’è un paio di scarpette rosse
in cima a un mucchio di scarpette infantili
a Buckenwald
erano di un bambino di tre anni e mezzo
chi sa di che colore erano gli occhi
bruciati nei forni
ma il suo pianto lo possiamo immaginare
si sa come piangono i bambini
anche i suoi piedini li possiamo immaginare
scarpa numero ventiquattro
per l’ eternità
perché i piedini dei bambini morti non crescono.
C’è un paio di scarpette rosse
a Buckenwald
quasi nuove
perché i piedini dei bambini morti
non consumano le suole.
Joyce Lussu
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Carattere di Vincenzo Cardarelli (Corneto Tarquini Carattere di Vincenzo Cardarelli (Corneto Tarquinia, 1887 – Roma, 1959) … https://cctm.website/vincenzo-cardarelli-carattere 
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Parigi, 25 gennaio 1920: Jeanne Hébuterne, compag Parigi, 25 gennaio 1920: Jeanne Hébuterne, compagna di Amedeo Modigliani, si lancia dalla finestra e muore. E' al nono mese di gravidanza. Il suo epitaffio recita: Devota compagna sino all’estremo sacrificio.
[ Sapete che cos’è l’amore, quello vero? Avete mai amato così profondamente da condannare voi stessi all’inferno per l’eternità? Io l’ho fatto…]
“Paulette Jourdain, che era allora una bambina, si ricorda che la notte in cui Modigliani morì all’ospedale, Zborowski non volle che Jeanne dormisse nello studio della Grande Chaumière. Paulette l’accompagnò in un piccolo albergo della rue de Seme. L’indomani Jeanne andò all’ospedale per rivedere Amedeo. Il padre, silenzioso e ostile, l’accompagnò. Rimase sulla soglia, racconta il dottor Barrieu, mentre Jeanne si avvicinava al cadavere. “Non lo baciò” scrive Stanislas Fumet, amico d’infanzia, con la moglie Aniuta, di Jeanne “ma lo guardò a lungo, senza dir nulla, come se i suoi occhi si appagassero della sua disgrazia. Si ritirò camminando a ritroso, fino alla porta. Conservava il ricordo del viso del morto e si sforzava di non vedere nient’altro”. L’indomani, all’alba, Jeanne Hébuterne si gettò dal quinto piano. “Sembrava un angiolo” disse Foujita, che non rifugge dalla cattiva letteratura. Chantal Quenneville scrive: “Jeannette Hébuterne si era rifugiata dai suoi genitori, cattolici offesi della sua unione con l’ebreo Modigliani, e non diceva una parola. Erano trascorsi due o tre giorni quando domandai ad Andre Delhay: ‘E Jeannette?’. Mi guardò male. Si era gettata, la mattina, dalla finestra del quinto piano della casa dei suoi genitori.”
dai ricordi della figlia di Jeanne e Modì, Jeanne Modigliani
dipinto: ritratto di Jeanne Hébuterne 1919
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