collettivo culturale tuttomondo Alda Merini fissazione d’amore
Dunque, come le dicevo, lei ha una fissazione d’amore. Non esistono sentimenti così, contemplati nella nostra psichiatria. Le va bene?
Certamente.
_
Así que, como le decía, usted tiene una fijación de amor. No existen sentimientos así, contemplados en nuestra psiquiatría. ¿Le parece bien?
Claro que si.
_
Alda Merini
_
traduzione dal web
Illustrazione Shawna Erback
Alda Merini fissazione d’amore
Alda Merini è nata a Milano il 21 marzo 1931. Si è spenta nella sua città il primo novembre 2009, per un tumore alle ossa. Aveva 78 anni.
Raccontava così la sua esistenza: «Io la vita l’ho goduta perché mi piace anche l’inferno della vita e la vita è spesso un inferno. Per me la vita è stata bella perché l’ho pagata cara». Nata da una famiglia modesta, Alda è una ragazzina sensibile, malinconica e solitaria. Frequenta le scuole professionali e vorrebbe essere ammessa al Liceo Manzoni, ma non supera la prova d’italiano. Nonostante ciò, grazie al suo mentore Giacinto Spagnoletti esordisce come autrice a soli 15 anni: la poesia è la sua vita, il suo destino.
Poesia e manicomi saranno due costanti della sua vita. Nel 1947, ha soltanto 16 anni, viene internata per un mese nella clinica psichiatrica di Villa Turro: le viene diagnosticato un disturbo bipolare. Nel 1954 sposa il “prestinaio” (panettiere) Ettore Carniti e dal matrimonio nascono quattro figlie: Emanuela, Barbara, Flavia e Simonetta. Emanuela è quella che vive più a lungo coi genitori, nella casa di ringhiera a Milano, fino ai 15 anni. Flavia fino agli 8 anni. Barbara e Simonetta crescono presso istituti e famiglie affidatarie. Emanuela, la primogenita della Merini, parla di una vita in una famiglia “abbastanza gradevole, con momenti belli e dolci”, ma in seguito alla seconda gravidanza, nel 1958, Alda ha una depressione post partum. Otto anni dopo che la situazione si aggrava ulteriormente. Viene internata in una clinica psichiatrica e nulla tornerà più come prima.