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Beato Angelico (Vicchio, 1395 circa – Roma,1455)

31/12/2015 By carlaita

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opera: Beato Angelico,  Annunciazione, 1435- ubicazione Museo del Prado, Madrid

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L’Annunciazione è un’opera di fra Giovanni da Fiesole detto Beato Angelico (tempera su tavola, 154×194 cm il pannello centrale, 194×194 compresa la predella) conservata nel Museo del Prado a Madrid e databile alla metà degli anni trenta del Quattrocento.

L’opera è probabilmente la terza di una serie di tre grandi tavole dell’Annunciazione dipinte dall’Angelico negli anni trenta del Quattrocento; le altre due sono l’Annunciazione di Cortona e l’Annunciazione di San Giovanni Valdarno.

La datazione non è però concorde ed alcuni storici dell’arte invertono la serie, proponendo la tavola del Prado come la prima … continua a leggere su Wikipedia
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The Prado Annunciation is an altarpiece painted by Giovanni da Fiesole, known now as Fra Angelico, in the 1420s.

Originally intended for the Observant Dominican convent of Fiesole, the painting is currently in the collection of the Museo del Prado in Madrid.The work is one of three altarpieces by Fra Angelico representing the Annunciation; the other two being the Cortona Annunciation and the Annunciation of San Giovanni Valdarno.

The sequence in which the three works were painted is not certain, but the general art historical consensus places the Prado version first … keep on reading Wikipedia
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La scena è composta in maniera simile alle altre due Annunciazioni, con alcune differenze.

Come nell’Annunciazione cortonese la superficie dipinta è tripartita in tre zone (il giardino, l’arcata dell’Angelo e l’arcata della Vergine), ma come nell’Annunciazione di San Giovanni il punto di fuga è all’interno della casa invece che all’esterno, concentrando maggiormente l’attenzione dello spettatore sull’Annunciazione.

Ne risultavano meno evidenti Adamo ed Eva cacciati dal Paradiso terrestre, che nella pala cortonese sono vicini al punto di fuga, per questo l’Angelico ingrandì le loro figure notevolmente.

Essi, come nelle altre due opere, si muovono in un giardino fiorito allusivo alla verginità di Maria (“hortus conclusus”), popolato da una moltitudine di piante e pianticelle dipinte con grande cura.

Tra le specie legate a valori simbolici si riconoscono la palma, che ricorda il futuro martirio di Cristo, e le rose rosse, che richiamano il sangue della Passione di Cristo. La presenza di Adamo ed Eva sottolinea il ciclo della dannazione dell’umanità, ricomposta tramite la salvezza in Cristo, resa possibile dall’accettazione di Maria.

Dall’angolo in alto a sinistra scende un raggio di luce divina che, attraverso la colomba dello Spirito Santo, va ad illuminare la Vergine, che si piega accettando remissivamente il suo incarico. Essa è seduta su un seggio coperto da un ricco drappo che funge anche da tappeto, ed ha sulle ginocchia un libro aperto, simbolo delle Scritture che si avverano.

L’Angelo è simile nella posa e nella veste all’opera di San Giovanni, anche se la sua figura appare più statica e le pieghe della veste più schematiche, frutto forse del pennello di un collaboratore.

La scena si svolge in un portico rinascimentale con arcate leggere scorciate con sapienza in prospettiva, che ricordano l’architettura di Michelozzo. La luce appare unificata, a differenza della pala di Cortona, e proviene da sinistra verso destra per tutti gli elementi.

L’effetto di insieme è quello di una descrizione epidermica e preziosa dei vari dettagli, con il ricorso a colori brillanti e freddi, quasi cristallizzati, nelle armonie cangianti degli azzurri e dei rosa. (fonte Wikipedia)

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