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Studiate per fuggire dal carcere dell’ignoranza

20/09/2022 By carlaita

collettivo culturale tuttomondo Studiate per fuggire dal carcere dell’ignoranza

Studiate per fuggire dal carcere dell’ignoranza corrado augias Massimo Marnetto cctm a noi piace leggere

Caro Augias,

ricordo ancora la domanda che ci fece il professore di Filosofia il primo giorno di liceo: «A che serve studiare? Chi sa rispondere?». Qualcuno osò rispostine educate («a crescere bene…», «a diventare brave persone…»). Niente, scuoteva la testa. Finché disse: «Ad evadere dal carcere». Ci guardammo stupiti. «L’ignoranza è un carcere – aggiunse –. Perché là dentro non capisci e non sai che fare. In questi cinque anni dobbiamo organizzare la più grande evasione del secolo. Non sarà facile, vi vogliono stupidi ma se scavalcate il muro dell’ignoranza poi capirete senza dover chiedere aiuto. E sarà difficile ingannarvi. Chi ci sta?». Mi è tornato in mente quell’episodio indelebile leggendo che solo un ragazzo su venti capisce un testo. E penso agli altri 19, che faticano ad “evadere” e rischiano l’ergastolo dell’ignoranza. Uno Stato democratico deve salvarli perché è giusto. E perché il rischio poi è immenso: le menti deboli chiedono l’uomo forte.

Massimo Marnetto

Risposta di Corrado Augias

«L’operaio conosce 300 parole, il padrone 1000: per questo è lui il padrone», era il titolo di una commedia di Dario Fo-Franca Rame (1969); l’idea gramsciana che dovere di un partito di sinistra fosse l’elevazione delle masse era ancora forte – di fronte al deserto culturale della parte opposta. L’ultima volta in cui l’ho sentita enunciare a livello politico fu col primo governo Prodi che dichiarò di voler mettere la scuola in cima alle priorità.

Nel discorso programmatico del primo governo Conte le parole scuola e cultura non c’erano. Nel Conte due è invece comparso un breve accenno. La verità è che un accenno non serve di fronte alla magnitudine del disastro. Se i dati Ocse-Pisa rivelano che solo un adolescente su venti riesce a decifrare un testo di media complessità, vuol dire che la regressione è galoppante, che leggere su uno strumentino elettronico non serve a niente perché con una comunicazione scheletrica e ripetitiva s’arriva a trasmettere un appuntamento o al massimo un’effusione sentimentale ridotta a «Tvb» (Ti voglio bene). Leggere e scrivere sono un’altra cosa.

Qualche giorno fa ho partecipato ad un corso per insegnanti organizzato da “Italiadecide” (Associazione di ricerca per la qualità delle politiche pubbliche). Una trentina di insegnanti, per la maggior parte donne, riunite a discutere di cooperazione e apprendimento alla luce dei princìpi costituzionali.

Sono rimasto sorpreso dalla qualità e dal tenore degli interventi, dall’evidente passione nell’arduo compito di insegnare a generazioni di giovani distratti (attratti) da ben altro.
A un certo punto una di loro ha detto: «Se offri una visione, il ragazzo ti segue». M’è parsa una frase chiave; «offrire una visione» significa non limitarsi a trasmettere una data, un nome, la località d’una battaglia o d’un trattato, significa completare un fatto, una pagina di testo, una strofa di poesia, una formula chimica, una scoperta della biologia accompagnandola col percorso, il significato, il contesto, il significato della cosa in esame. Poiché la politica è quello che, sulle spalle di insegnanti di questo livello grava l’intero peso di colmare il vuoto rivelato dai drammatici indici Ocse-Pisa.

Studiate per fuggire dal carcere dell’ignoranza, Corrado Augias da la Repubblica del 6/12/2019

foto: David Seymour, fair use

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Sono come le parole di un libro aperto, sfogliato dal tempo, davanti agli occhi del mondo.
Alda Merini

dipinto: Federico Zandomeneghi, (1841-1917)
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Prometto di amarti e rispettarti, finché morte no Prometto di amarti e rispettarti, finché morte non ci separi - disse, guardandosi allo specchio. 
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Si può paragonare la vita a un tessuto ricamato, Si può paragonare la vita a un tessuto ricamato, di cui ognuno può vedere il lato esterno nella prima metà della sua esistenza, e il rovescio nella seconda: quest’ultimo non è così bello, ma più istruttivo, poiché lascia riconoscere la connessione dei fili.

IRVING YALOM
[La cura Schopenhauer]
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L'amore a mano aperta Io non ti do il mio amore c L'amore a mano aperta

Io non ti do il mio amore come fanno
le altre donne, in uno scrigno freddo
d'argento e perle, né ricco di gemme
rosse e turchesi, chiuso, senza chiave;
né in un nodo, e nemmeno in un anello
lavorato alla moda, con la scritta
"semper fidelis", dove si nasconde
un'insidia che ottenebra il cervello.
L'Amore a mano aperta, questo solo,
senza diademi, chiaro, inoffensivo:
come se ti portassi in un cappello
primule smosse, o mele nella gonna,
e ti chiamassi al modo dei bambini:
- Guarda che cos'ho qui! – Tutto per te -.

Edna St. Vincent Millay

Illustrazione Liliana Comes
Etimologia di amore. dal latino: [amare]. Un'etim Etimologia di amore. 
dal latino: [amare]. Un'etimologia falsa ma
estremamente poetica vuole che derivi dal latino [a-mors], senza morte.
Parola arcinota, pronunciata tanto spesso come capita a poche. L'etimologia mette in luce
l'archetipicità di questo sentimento: "amore" non deriva da altre, non è composta: la sua radice significa se stessa. Quasi non pare artificiale.
Altro paio di maniche è scegliere i sensi, i significati e
il respiro che si vuole dare a questa parola - a questo sentimento. Naturalmente ha un'ottica soggettiva, e il tema sarebbe complicatissimo. Ma su una cosa si può concordare: tanto più ampio e consapevole e tanto più profondo e coltivato è il significato che le diamo, tanto è meglio per la nostra intera vita.
Prevért scriveva: 
La vita è una ciliegia
la morte il nòcciolo
l'amore il ciliegio.

illustrazione Amanda Cass
A volte abbiamo bisogno solo di qualcuno che ci di A volte abbiamo bisogno solo di qualcuno che ci dica che andiamo bene così, anche con i nostri vuoti.

Roberto Emanuelli
Fabio Magnasciutti Fabio Magnasciutti
Settembre: era la più bella delle parole … http Settembre: era la più bella delle parole … https://cctm.website/alexander-theroux-usa/
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E ci saremmo amati davvero così tanto se da lonta E ci saremmo amati davvero così tanto
se da lontano il cuore non ci fossimo scrutati ?… https://cctm.website/nazim-hikmet-turchia-2/
#nazımhikmet #poesia #cctmfb #cctmwebsite #linknbio #anoipiaceleggere #leggere #amore
Come odio i pesci filosofi che danno sempre la col Come odio i pesci filosofi
che danno sempre la colpa ai pesci:
se le onde son troppo forti
e danneggiano il fondale
la colpa è delle code
agitate in modo uguale.
Se il pesce vicino mordicchia la mamma
anzi ne fa un sol boccone
la colpa è dell'avidità,
della "cattiva educazione",
pensiamo subito alla punizione.
La colpa è sempre dei pesci.
Battiamo le pinne sul torace!
Rinneghiamo le squame!
Non sopporto il pesci filosofi,
per non dire di quelli teologi,
per i quali le murene accudirebbero cefali
se non fossero traviate.
Non li sopporto davvero,
e non smetterò di protestare
per queste idee malate.
(Anche se tira tanto la bocca
e mi fa così male).
Non so di chi sia la colpa
ma per me non è dei pesci,
e, forse bestemmio,lo so,ma dico che è dell'acqua:
non si vede mai, non prende posizione
forse nemmeno esiste
questa santa istituzione
che non si mostra mai
e vuole devozione,
ma dov'era quando il gronco ha mangiato la mamma?
E dov'era quando l'ippocampo
è finito scodato?
(e la moglie era così inquieta...)
Sta sempre lì e fa finta di niente
è un' acqua cheta.
Ma dio come tira la bocca...
Però se fa così male
forse davvero è colpa mia
avrà fatto qualcosa per meritarlo,
troppo empio il commento?
o cos'altro non so...forse qualche follia...
un peccato d'inquinamento?
E come si fa chiaro intorno a me.
Mi sa che è questa la famosa superficie,
ma sì, sono anche stufo di nuotare,
chi sa se è vero il racconto dei vecchi:
che i pesci fuor d'acqua
diventano dei.
Forse è il momento di provare
e sono stanco tanto stanco,
e mi fa così male.
Veramente, è meglio andare.

« Questo ha lottato poco all'amo ».
« Sarà stato debole o mesto
Dai, mettilo nel cesto ». 

Filippo Strumia

Illustrazione Collage: Judith Clay
A Fishy Story
«In una goccia d'acqua possono esserci miriadi di «In una goccia d'acqua possono esserci miriadi di mondi simili.»
«Non annegano?» chiedeva Shosha.
Al fine di non complicare troppo le cose, dicevo: «Sanno nuotare tutti». 

Isaac Bashevis Singer

foto Ashleyinwanderland - "Fatal Attraction"
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