cctm collettivo culturale tuttomondo William Faulkner (USA)
“Forse hanno fatto bene a mettere l’amore nei libri” pensava calmo.
“Forse non potrebbe sopravvivere da nessun’altra parte”.
William Faulkner
da Luce d’agosto, Mondadori, 1954
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foto: Cristina Coral – fair use
William Faulkner (New Albany, 25 settembre 1897 – Byhalia, 6 luglio 1962), è stato uno scrittore, sceneggiatore, poeta e drammaturgo statunitense, insignito del Premio Nobel per la letteratura nel 1949.
Considerato uno dei più importanti romanzieri americani del XX secolo, autore d’opere spesso provocatorie e narrativamente complesse, la sua ellittica prosa è caratterizzata infatti da una scrittura densa di pathos e di grande spessore psicologico, con periodi lunghi e sintatticamente sinuosi resi da una cura meticolosa dello stile e del linguaggio compositivi, tanto da venir considerato in vita il rivale naturale di Ernest Hemingway, che gli si oppone con il suo altrettanto celebre stile conciso e minimalista … continua a leggere su Wikipedia
William Faulkner, Luce d’agosto, Mondadori, 1954
«Nella mia terra la luce ha una sua qualità particolarissima; fulgida, nitida, come se venisse non dall’oggi ma dall’età classica». Così William Faulkner spiegò il titolo del suo settimo romanzo, uscito nel 1932 e subito acclamato come un capolavoro.
Ed è tra i riverberi di quella luce implacabile che si consumano le vicende di una folta schiera di personaggi: una ragazza incinta, armata solo di una «riserva di paziente e tenace lealtà», che si avventura dall’Alabama al Mississippi alla ricerca del padre di suo figlio; un uomo solitario dallo strano nome, Joe Christmas, «con un’inclinazione arrogante e sinistra sul viso immobile», che l’isteria razziale del Sud getta nell’abisso tormentoso del dubbio circa il proprio sangue; un reverendo presbiteriano ripudiato dalla sua Chiesa per l’antico scandalo della moglie adultera e suicida; e, circondati da neri invisibili, gli sceriffi, i taglialegna, i predicatori, le donne dal volto di pietra, chi «definitivamente dannato», chi alla ricerca disperata di una chimerica catarsi.
E quando nella comunità di Jefferson si sparge la voce di un brutale omicidio, tutti i suoi membri vengono risucchiati in una spirale vertiginosa – così come vertiginosa è la prosa di Faulkner, alla quale, pur allarmati, non riusciamo a sfuggire, esposti fino all’ultimo a un Male subdolo e irrimediabile.