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Walter Albini (Italia)

02/05/2021 By carlaita

centro cultural tina modotti Walter Albini (Italia)

Walter Albini, el padre de la moda pret-à-porter en Italia

Albini nació en Busto Arsizio el 3 de marzo de 1941. Ya a los 17 años diseñaba para desfiles de alta costura en Roma y París, donde conoció a Coco Chanel. Trabajará para Mariuccia Mandelli de Krizia y para Karl Lagerfeld, luego para pequeñas industrias italianas.

La idea del total look o unimax llegó en 1970: ropa de hombre y mujer con el mismo corte y color. El pret-à-porter nació en cambio cuando la ropa de Walter Albini se presentó en Milán en lugar de Florencia, la capital de la moda de la época.

En 1973 Albini abandona las distintas casas de moda con las que colabora y lanza la primera colección con su nombre, en Londres. Expande el concepto de total look a todos los aspectos de la vida: las casas que amuebla están inspiradas en su ropa, así como en tejidos, muebles, ventanas y objetos decorativos.

Antes de morir presenta una última colección en Roma, inspirada en Coco Chanel y los años treinta. La muerte de Walter Albini ocurrirá a la edad de solo 42 años el 31 de mayo de 1983

Walter Albini (Busto Arsizio, 1941 – Milano, 1983) è stato il creatore del Made in Italy.

Fautore del total–look, lo ha messo in atto personalmente identificando il suo stile di vita con lo stile creativo, arredando le sue case in tono con le sue collezioni di moda, disegnando con la stessa cifra tessuti, oggetti, mobili, vetri, proposte integrate per le riviste di arredamento.

Ha anticipato tutto e tutti, lasciando un’indimenticabile lezione di stile, che solo dopo la sua morte è stata riletta sotto nuova luce, alimentandone il mito.
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walter albini italia moda pret-à-porter made in italy cctm
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foto: Walter Albini

testo spagnolo: cctm

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cctm.website

Walter Albini (Italia) il creatore del Made in Italy

 
 

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Come essere un poeta (per mio promemoria) Trova u Come essere un poeta
(per mio promemoria)

Trova un posto per sederti.
Siediti. Resta in silenzio.
Dovrai fare affidamento su
affetti, letture, conoscenze,
abilità – più di quante
tu ne abbia – ispirazione,
impegno, maturità, pazienza,
perché la pazienza congiunge il tempo
all’eternità. Dubita
del giudizio
di chi elogia i tuoi versi.

Respira con respiro incondizionato
l’aria non condizionata.
Lascia perdere i fili elettrici.
Comunica con lentezza. Vivi
una vita a tre dimensioni;
stai lontano dagli schermi.
Stai lontano da tutto ciò
che offusca il luogo in cui si trova.
Non esistono luoghi che non siano sacri;
soltanto luoghi sacri
e luoghi profanati.

Accogli quanto viene dal silenzio.
Fanne il meglio che puoi.
Con le minute parole che a poco a poco nascono
dal silenzio, come preghiere
riverberate verso chi prega,
componi una poesia che non turbi
il silenzio da cui è nata.

Wendell Berry

foto Nguan
Addio dottore, caro buon dottore che non ha mai c Addio dottore, 
caro buon dottore che non ha mai capito nulla e che non crede nella cattiveria umana, che pensa che il cuore degli uomini sia bianco come la neve delle sue montagne, addio, amico, confidente, benefattore, insigne animo forse frustrato come il mio: non so ma ho un bel triste presentimento.
Noi ci conosciamo da anni e in realtà non ci siamo mai conosciuti se non traverso le luci sinistre del Noritren e delle altre diavolerie farmacologiche e pure a nostro modo ci siamo voluti bene, a nostro modo, io specialmente, abbiamo contato l’uno sull’altro . Ma adesso non contiamo più, noi non valiamo nulla perché siamo buoni e se domani mi accadrà qualcosa si rammenti di me e del fatto che ho guardato a lei come si guarda a un seno materno per schiacciarvi contro tante e tante  lacrime che lei non ha mai raccolto ma che io ho pianto in segreto. Addio dolce uomo disperso, ancora romantico come sono romantica io, forse potevamo essere due colleghi invece il destino ci ha creato un rapporto di dipendenza ed io vengo da lei come si va alla gogna o per scoprire il seno pugnalato da una mano ignota. 
Così, potevamo collaborare invece ci perdiamo sempre di vista.
Addio mio caro e amatissimo dottore, sento per me è la fine. 
 Sua Alda Merini

da Lettere al dottor G
Emanuele Crialese (Roma, 1965) è un regista e sce Emanuele Crialese (Roma, 1965) è un regista e sceneggiatore italiano … https://cctm.website/emanuele-crialese-italia/
#emanuelecrialese #penelopecruz #filmdavedere #cctmwebsite #linkinbio #anoipiaceleggere #leggere #movie #englishversion
Prima di tutto detesto le mezze stagioni — e com Prima di tutto detesto le mezze
stagioni — e come imperversano
le nubi senza capo né coda tanto vili
da minacciare fantasmi di temporali … https://cctm.website/lara-pagani-lista-di-mancanze/
#larapagani #poesia #cctmfb #cctmwebsite #linkinbio #anoipiaceleggere #leggere
Tenetevi stretti chi vi ha notato quando eravate i Tenetevi stretti chi vi ha notato quando eravate invisibili.

Charles Bukowski

illustrazione Emba
Tutto è in disordine. I capelli. Il letto. Le pa Tutto è in disordine. I capelli. Il letto. 
Le parole. La vita. Il cuore.

Jack Kerouac 

foto Imogen Cunningham 
The Unmade Bed, 1957
Sapete che succede quando non si è più abituati Sapete che succede quando non si è più abituati a ricevere amore? 
Succede che non ti fidi più, che preferisci stare solo.
Succede che quando qualcuno ti dice
"Ti voglio bene" 
rispondi con un sorriso e pensi 
"Come no".
Succede questo, 
non sei amato per molto tempo e, 
quando trovi qualcuno che ti ama davvero,
muori di paura.

Francesco Roversi

Illustrazione Joseph Bowler
- E' bianca. Dunque è una poesia. Una poesia di u - E' bianca. Dunque è una poesia. Una poesia di una grande purezza.
- Congela la natura e la protegge. Dunque è una vernice. La più delicata vernice dell'inverno.
- Si trasforma continuamente. Dunque è una calligrafia. Ci sono diecimila modi per scrivere la parola neve.
- E' sdrucciolevole. Dunque è una danza. Sulla neve ogni uomo può credersi funambolo.
- Si muta in acqua. Dunque è una musica. In primavera trasforma fiumi e torrenti in sinfonie di note bianche.

da Neve di Maxence Fermine

foto Michael Färber
La vita è bella, lo sai? Non mi hai mai portato La vita è bella, lo sai?

Non mi hai mai portato un fiore
ma tutto un giardino
non una canzone da
orchestra
ma la musica intera.
Io, ho solo queste due parole
rotte e
malmesse.
La vita è bella, lo sai?

Azzurra D’Agostino, Giardino della rose 
[da D'aria sottile]

Illustrazione: Jiwoon Pak
Non capisco proprio a cosa serva sapere tante cose Non capisco proprio a cosa serva sapere tante cose ed essere tanto intelligenti e così via, se non riuscite a essere felici.
J. D. Salinger 
[Franny e Zooey]

foto Vyacheslav Ivanov
La celebre poesia di Giuseppe Ungaretti è un pote La celebre poesia di Giuseppe Ungaretti è un potente esempio di come si possa condensare in poche parole una profonda riflessione sulla bellezza e la grandezza della natura … https://cctm.website/giuseppe-ungaretti-mattina/
#giuseppeungaretti #mattina #poesia #cctmwebsite #linkinbio #anoipiaceleggere #leggere
Robert ed io siamo rimasti sempre noi stessi fino Robert ed io siamo rimasti sempre noi stessi fino al giorno della sua morte. Siamo rimasti esattamente come quando ci siamo incontrati. E ci amavamo ... https://cctm.website/patti-smith-e-robert-mapplethorpe/
#pattismith #robertmapplethorpe #amore #cctmfb #cctmwebsite #linkinbio #anoipiaceleggere #leggere
Ma che bella bambina, sembri proprio una principes Ma che bella bambina, sembri proprio una principessa. Non ti arrabbiare troppo se ti alzano la gonna a scuola, sono cose da maschi. Comportati da femminuccia. Le signorine non alzano mai la voce. I capelli corti li hanno solo i maschi. I videogiochi sono cose da maschi. Le cucine giocattolo sono da femmina. Stai zitta. Puttana. Non sei ancora fidanzata? Sei fidanzata? Ho saputo che fai il pompini al tuo ragazzo, troia. Dovresti essere contenta se ti guardano.
Ovvio che ti molestano, guarda come ti vesti. Vestita così sembri una suora. Non ti sembri volgare? Ma non è che sei ninfomane? Ma non è che sei frigida? Che c’hai le tue cose? Non parlarmi così davanti ai miei amici. Sei una bella puledra da domare. Balli così per provocarmi. C’è posto nel tuo culo? Devi essere più dolce e ubbidiente.
Sei mia. Sei troppo intelligente. Che donna con le palle. Chissà con quel bel culo che carriera farai. Ho visto il suo curriculum, ma lo sa che lei ha proprio un bel faccino? A me serve una cozza intelligente. Oltre alla vista delle tue tette, hai altro da offrirmi? In ufficio sei stata qualificata come più che chiavabile. Sei stressata perché hai bisogno di una bella scopata. Signorina ci porterebbe un caffè? Non puoi andare a lavoro con quella gonna corta, distrai i colleghi. Perché ti vesti come un maschio? Perché ti vesti così sexy? Perché non ti vesti più sexy? Perché non ti copri un po’? Sei una figa di legno.
A pari livello preferiamo assumere un uomo. Scusa ma ci sei solo tu, non posso parlare con un uomo? Meglio i medici uomini. Meglio i capi uomini. Domani incontro dal cliente, mettiti bella scollata. Non vuoi avere figli? Sei una cattiva moglie. Sei una cattiva madre. Iniziano a venirti le rughe, ritocchino? Hai fatto stirare mio figlio? Che c’è per pranzo? Che c’è per cena? L’uomo è infedele per natura, la donna non può e non deve. Non metterti quella gonna se non ci sono io. Scopi con tutti, puttana. Ti amo piccola, per questo ti proteggo. Lasciami e ti ammazzo.

Maria Fioretti
per caso mentre tu dormi per un involontario movim per caso mentre tu dormi
per un involontario movimento delle dita
ti faccio il solletico e tu ridi
ridi senza svegliarti
così soddisfatta del tuo corpo ridi
approvi la vita anche nel sonno
come quel giorno che mi hai detto:
lasciami dormire, devo finire un sogno.

ANTONIO PORTA

dipinto Sérgio HELLE
*IL CIELO* Da qui si doveva cominciare: il cielo. *IL CIELO*

Da qui si doveva cominciare: il cielo.
Finestra senza davanzale, telaio, vetri.
Un’apertura e nulla più,
ma spalancata.
Non devo attendere una notte serena,
né alzare la testa,
per osservare il cielo.
L’ho dietro a me, sottomano e sulle palpebre.
Il cielo mi avvolge ermeticamente
e mi solleva da sotto.
Perfino le montagne più alte
non sono più vicine al cielo
delle valli più profonde.
In nessun luogo ce n’è più 
che in un altro.
La nuvola è schiacciata dal cielo
inesorabilmente come la tomba.
La talpa è al settimo cielo
come il gufo che scuote le ali.
La cosa che cade in un abisso
cade da cielo a cielo.
Friabili, fluenti, rocciose,
infuocate ed eteree,
distese di cielo, briciole di cielo,
folate e cataste di cielo.
Il cielo è onnipresente
perfino nel buio sotto la pelle.
Mangio il cielo, evacuo il cielo.
Sono una trappola in una trappola,
un abitante abitato,
un abbraccio abbracciato,
una domanda in risposta a una domanda.
La divisione in cielo e terra
Non è il modo appropriato di pensare a questa totalità.
Permette solo di sopravvivere
a un indirizzo più esatto,
più facile da trovare,
se dovessero cercarmi
Miei segni particolari:
incanto e disperazione.

Wisława Szymborska

foto Cristina Coral
Piove Piove, e se piovesse per sempre sarebbe que Piove 
Piove, e se piovesse per sempre
sarebbe questa tua carezza lunga
che si ferma sul petto, le tempie;
eccoci, luccicante sorella,
nel cerchio del tempo buono, nell'ora
indovinata
stiamo noi, due sguardi versati in un corpo,
uno stare senza dimora
che ci fa intangibili, sottili come un sentiero
di matita
da me a te né dopo né dove, amore,
nello scorrere
quando mi dici guardami bene, guarda:
l'albero è capovolto, la radice è nell’aria.

Pierluigi Cappello

ph Le serpent qui danse-alessia basso
RicerGATTO RicerGATTO
Ha indossato la camicia, ha preso l’ombrello no Ha indossato la camicia, ha
preso l’ombrello 
non ha detto parola
nemmeno io.

Dopo che se n'è andato
sono rimasta innanzi allo specchio
ho estratto la lingua
per vedere se erano rimaste impigliate delle parole.
Purtroppo ho visto solo muscoli e vene.

Ho ritirato la lingua
sono scoppiata a ridere
la risata non è una parola - poi ho infranto lo specchio.

Da quel momento
ho continuato a infrangere specchi
invano
cercandone uno
che non riflettesse
più, uno specchio
che infrangesse me.

A'isha Arna'ut (Siria, 1946) 

Donna allo specchio, 1927
Cagnaccio di San Pietro, pseudonimo di Natale Scarpa (Desenzano del Garda, 1897 – Venezia, 1946)
|Ci vuole un infinito amore per separarsi dall’a |Ci vuole un infinito amore per separarsi dall’amore|

Le lacrime non basterebbero per cui tengo
gli occhi asciutti, mentre m’allontano per sempre.
L’intento, la consapevolezza è tutto, ma sono esausta:
pago lo sforzo immane per liberare e liberarmi.
Ci vuole un infinito amore per separarsi dall’amore.

Emanuela Parodi 

illustrazione : Joseph Lorusso
Non è amore, non è malinconia, non è tristezza, Non è amore, non è malinconia, non è tristezza, non è mancanza.
E’ la reazione naturale di una che amava e poi, per forza di cose, ha imparato a non amare più.

Susanna Casciani

foto Lucasz Wierzbowski
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