cctm collettivo culturale tuttomondo Vita Sackville-West a Virginia Woolf
Vita Sackville-West a Virginia Woolf, Milano giovedì 21 gennaio 1926
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Stanotte avevo composto per te una lettera bellissima, nelle ore insonni, piene di incubi, ma è tutta sparita: mi manchi e basta, in un modo piuttosto semplice, disperato, umano.
Tu con tutte le tue lettere intelligenti, non scriveresti mai una frase così elementare; probabilmente non la concepiresti nemmeno in questi termini.
Eppure credo che sentirai un piccolo vuoto. Ma lo apparecchieresti in una frase così bella, che finirebbe per perdere un po’ della sua verità. Mentre per me è totale: mi manchi più di quanto potessi credere; ed ero preparata a sentire la tua mancanza, parecchio.
Così, in verità, questa lettera è solo un grido di dolore. È incredibile quanto tu sia diventata essenziale per me. Immagino che tu sia abituata a sentirti dire cose del genere dalle persone. Maledetta te, creatura viziata.
Non riuscirò a farmi amare di più da te, scoprendomi fino a questo punto — ma tesoro mio, non posso essere furba e distaccata con te: ti amo troppo per farlo. Troppo sinceramente. Tu non hai idea di quanto posso essere scostante con le persone che non amo. Ne ho fatto un’arte sottile. Ma tu hai fatto a pezzi le mie difese.
da Virginia Woolf, Vita Sackville-West, Scrivi sempre a mezzanotte. Lettere d’amore e desiderio a cura di Anna Munafò, Donzelli Editore, 2019
Le lettere di Vita sono tradotte da Sara De Simone. Le lettere di Virginia sono tradotte da Nadia Fusini.
foto: Virginia Woolf e Vita Sackville-West in una delle poche foto insieme
Virginia Woolf e Vita Sackville-West si incontrarono per la prima volta il 14 dicembre 1922.
Virginia aveva quarant’anni, era già sposata con Leonard Woolf e dirigeva con lui la Hogarth Press. Vita, più giovane di dieci anni, era una scrittrice aristocratica, sposata con il diplomatico Harold Nicolson, e famosa per la sua vivacità intellettuale e le numerose relazioni amorose.
L’incontro tra le due fu un vero colpo di fulmine. La loro relazione, intensa e complessa, si sviluppò attraverso un fitto scambio epistolare: oltre cinquecento lettere in vent’anni, in cui si alternano dichiarazioni appassionate, ironie, gelosie, momenti di distanza e riconciliazione. Le lettere testimoniano un amore che va oltre i limiti del tempo e del genere, un dialogo continuo tra due menti brillanti e due personalità molto diverse.
Il legame con Vita ebbe un impatto profondo sulla produzione letteraria di Virginia Woolf. Il romanzo Orlando (1928) è il frutto più celebre di questa relazione: un’opera dedicata a Vita, in cui la protagonista cambia sesso e attraversa i secoli, incarnando la libertà e la fluidità che Virginia vedeva nell’amata.
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