cctm collettivo culturale tuttomondo Sylvia Plath da Tutte le poesie
Papaveri in luglio di Sylvia Plath (Boston, 1932 – Londra, 1963)
Piccoli papaveri, piccole fiamme d’inferno,
Non fate male?
Guizzate qua e là. Non vi posso toccare.
Metto le mani tra le fiamme. Ma non bruciano.
E mi estenua il guardarvi così guizzanti,
Rosso grinzoso e vivo, come la pelle di una bocca.
Una bocca da poco insanguinata.
Piccole maledette gonne!
Ci sono fumi che non posso toccare.
Dove sono le vostre schifose capsule oppiate?
Ah se potessi sanguinare, o dormire! –
Potesse la mia bocca sposarsi a una ferità così!
O a me in questa capsula di vetro filtrasse il vostro liquore,
Stordente e riposante.
Ma senza, senza colore.
da Tutte le poesie, Oscar Mondadori, 2013
_
Poppies In July by Sylvia Plath (Boston, 1932 – Londra, 1963)
Little poppies, little hell flames,
Do you do no harm?
You flicker. I cannot touch you.
I put my hands among the flames. Nothing burns
And it exhausts me to watch you
Flickering like that, wrinkly and clear red, like the skin of a mouth.
A mouth just bloodied.
Little bloody skirts!
There are fumes I cannot touch.
Where are your opiates, your nauseous capsules?
If I could bleed, or sleep! –
If my mouth could marry a hurt like that!
Or your liquors seep to me, in this glass capsule,
Dulling and stilling.
But colorless. Colorless.
_
Foto: Laura Zalenga – fair use
Nella sua breve e tormentata vita la Plath, educata ai rigidi valori della società statunitense, riuscì a compiere ciò che a pochi poeti è stato dato: coniugare potenza espressiva e realizzazione estrema di sé, evadendo dalle sbarre imposte dalla condizione di “moglie” e anzi trovando proprio in questo tentativo di superamento la suprema forza creativa. Nei suoi versi il tono è assoluto, ogni parola, e ciò che essa rappresenta, non potrebbe essere altrimenti: “suono e senso” scrive il poeta premio Nobel Seamus Heaney nel brano che introduce questo volume “si alzano come una marea dalla lingua per trascinare l’espressione individuale su una corrente più forte e profonda di quanto l’individuo potesse prevedere”.
cctm collettivo culturale tuttomondo Sylvia Plath da Tutte le poesie