centro cultural tina modotti Sergio Corazzini (Italia)
I
¿Por qué me dices poeta?
Yo no soy un poeta.
Yo sólo soy un pequeño muchacho que llora.
Mira: no tengo más que lágrimas para ofrecer al Silencio.
¿Por qué me dices: poeta?
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Sergio Corazzini
frammento Desolazione del povero poeta sentimentale, 1906 – fragmento Desolación del pobre poeta sentimental, 1906
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traduzione: Mario Bojórquez
Sergio Corazzini, nacido en Roma en 1886, y muerto en esta misma ciudad a los 21 años, es uno de los máximos representantes del crepuscularismo o decadentismo italiano.
Sergio Corazzini (Roma, 6 febbraio 1886 – Roma, 17 giugno 1907) è stato un poeta italiano appartenente al crepuscolarismo romano del primo decennio del Novecento.
Il crepuscolarismo di Corazzini, che adotta il verso libero e si mostra sensibile alla lezione simbolista, ha anche un forte valore di proposta esistenziale; il poeta si presenta come un fanciullo malato, fino a negare, paradossalmente, il significato di poesia alla sua povera scrittura dell’anima. La sua poesia è focalizzata su “piccole cose”, dietro le quali non emergono valori segreti, ma si nasconde il vuoto, tipico dei poeti crepuscolari tra i quali Corazzini fu annoverato. I suoi versi esprimono da un lato un malinconico desiderio per quella vita che la malattia gli negava, dall’altro un nostalgico ritrarsi dall’esistenza presente, proprio perché avara di prospettive future.
Nelle poesie di Corazzini si possono cogliere due momenti: quello del povero poeta sentimentale che racconta la propria malinconia con un linguaggio semplice e dimesso e quello del poeta ironico che adotta un linguaggio meno trasparente, più polisemico, a volte addirittura simbolico.
In Desolazione del povero poeta sentimentale si esprime tutta la poetica di Corazzini dove il “piccolo fanciullo che piange” proclama l’impossibilità di essere chiamato “poeta”, affermando così, per la prima volta, la concezione della poetica crepuscolare così in contrasto con il trionfante dannunzianesimo. (Fonte Wikipedia)