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di Sandro Penna (Italia)
La vita è ricordarsi di un risveglio
triste in un treno all’alba: aver veduto
fuori la luce incerta: aver sentito
nel corpo rotto la malinconia
vergine e aspra dell’aria pungente.
Ma ricordarsi la liberazione
improvvisa è più dolce: a me vicino
un marinaio giovane: l’azzurro
e il bianco della sua divisa e fuori
un mare tutto fresco di colore.
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de Sandro Penna (Italia)
La vida es acordarse de un desvelo
triste en un tren al alba: haber visto
afuera la luz incierta: haber sentido
en el cuerpo roto la melancolía
virgen y áspera del aire hiriente.
Pero recordar la liberación
de improviso es más dulce: junto a mí
un marinero joven: el azul
y el blanco de su divisa, y afuera
un mar todo reciente de colores.
immagine dal web
traduzione dal web
Sandro Penna (Perugia, 12 giugno 1906 – Roma, 21 gennaio 1977) è stato un poeta italiano.
Solitamente Penna viene annoverato tra i tre principali poeti (con Attilio Bertolucci e Giorgio Caproni) della cosiddetta “linea antinovecentesca” o “linea sabiana”, denominazione che fu coniata da Pasolini (che, nel suo estro polivalente, fu anche un notevole critico letterario). Il termine è giustificato dal fatto che la loro produzione più significativa si colloca negli anni trenta, in pieno clima ermetico.
Sarà facile, quindi, capire come i loro principali modelli di riferimento siano Pascoli e i Crepuscolari, ma, in particolar modo, Saba. Dalle analogie con quest’ultimo, non a caso, deriva la seconda definizione sotto cui vengono annoverati Penna, Bertolucci e Caproni. Ritornando al caso specifico di Penna, all’interno della sua produzione, si notano due caratteristiche: il monolinguismo e il monotematismo. Il tema ricorrente nella poetica di Penna è il desiderio omoerotico, un fatto a cui il poeta probabilmente allude nella raccolta Stranezze (quando arriva a definirsi «poeta esclusivo d’amore») e che pare confermare con la lirica Sempre fanciulli nelle mie poesie!
Il monolinguismo penniano (basato su un vocabolario ridottissimo e su un estremo controllo formale) è giustificato dal fatto che
«la natura totalmente trasgressiva della tematica di Penna postula assolutamente un linguaggio non trasgressivo»
(Pier Vincenzo Mengaldo, Poeti italiani del Novecento)
Appare, quindi, chiaro come questo sia legato evidentemente alla scelta tematica fatta dal nostro autore … continua a leggere su Wikipedia
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