centro cultural tina modotti Romina Tamerici (Italia)
Tutto tranne gli occhi di Romina Tamerici
Sì, la prima volta è stata dura. Anche la seconda e la terza, in realtà. Ma poi, mi sono abituata. All’inizio mi sentivo sporca, sbagliata, in vendita. Be’, in realtà sono tutte e tre le cose tutt’ora, ma… ci si abitua a tutto nella vita. Non è un lavoro poi tanto difficile: qualche movimento giusto, qualche gemito, la lingerie adeguata… Finisce tutto in fretta.
E mentre un altro cliente soddisfatto se ne va, io non devo più angosciarmi su come comprare il cibo per domani. Tutti contenti, in fondo, no?
[Abbassa lo sguardo, come se dovesse fare una confessione, arrossisce. È molto malinconica]
Quando ho cominciato credevo che non si potesse sopravvivere all’umiliazione di essere solo un oggetto del desiderio, niente più che una bambola gonfiabile che deve soddisfare ogni tipo di capriccio, ma poi ho trovato il mio modo di andare avanti. Mentre sono lì…
[indugia]
a fare il mio lavoro, la parte più profonda di me non è davvero lì. Lascio che abbiano il mio corpo, le mie mani, la mia bocca, qualsiasi cosa, ma la mia anima è lontana. I miei occhi sono vuoti e sono altrove. Sono a guardare altro.
[Si commuove]
Sono sul muretto davanti alla mia vecchia casa d’infanzia, dove mi sedevo sempre con mia nonna. Sono lì, con lei, che mi dice che un giorno andrò via da tutto quello schifo e diventerò ciò che voglio. Sono su quel sorriso mezzo sdentato di bambina. I miei occhi sono là, dove è rimasta la felicità, dove anche la povertà profumava di dignità. Ai miei clienti do tutto, tranne gli occhi. Gli occhi sono dove l’anima riposa e la mia anima, nonostante tutto, vuole essere ancora libera.
_
immagine dal web
Tutto tranne gli occhi di Romina Tamerici