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ricordare tutto

01/06/2023 By carlaita

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ricordare tutto Brian Friel pazzia cctm a noi piae leggere teatro
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Ricordare tutto è una forma di pazzia

To remember everything is a form of madness.

Brian Friel

da Traduzioni e altri drammi, traduzione di it. di Carla De Petris, Bulzoni, 1996
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Translations è un’opera teatrale del drammaturgo irlandese Brian Friel, debuttata a Guildhall, nel Derry, nel 1980. Ambientato in un’immaginaria cittadina della Contea di Donegal nel XIX secolo, la pièce affronta il tema dell’imperialismo culturale.

Baile Beag, 1833. Owen, il figlio dell’insegnante alcolizzato Hugh e fratello di Manus, ritorna a casa dopo sei anni a Dublino. Owen è accompagnato da una compagnia di inglesi – che lo chiamano Roland – e tra loro ci sono anche il capitano Lacey, un cartografo di mezz’età, ed il tenente Yolland, un linguista giovane ed idealista.

I due stanno lavorando alla stesura di una dettagliata mappa dell’Irlanda per l’Ordnance Survey ed Owen lavora per loro come traduttore ed interprete, facendo da ponte tra gli inglesi e gli irlandesi, irrimediabilmente separati dalle barriere linguistiche. Yolland ed Owen lavorano per tradurre in inglesi i nomi irlandesi del luogo per la mappa. Druim Dubh, che significa “spalla nera”, viene anglicizzato in Poolkerry, mentre Poll nan Caorach, “buco delle pecore”, diventa Poolkerry. Owen non si fa scrupoli nell’anglicizzare i nomi della sua terra natia, ma Yolland, che si è innamorato dell’Irlanda, si chiede se così facendo non sta distruggendo la lingua e cultura irlandese.

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Un triangolo amoroso tra Yolland, Manus e una ragazza del luogo, Máire, complica la situazione. Nonostante Yolland parli solo inglese e Máire solo irlandese, i due riescono a comunicarsi il proprio amore e si baciano; Manus, che avrebbe voluto sposare Máire, è furioso e vorrebbe battersi con Yolland, ma rinuncia all’idea. Tuttavia, Yolland sparisce misteriosamente durante la notte, probabilmente catturato da una segreta armata di liberazione guidata dai gemelli Donnelly.

Manus, che non riesce a sopportare di vivere nel paesino sapendo di non poter essere riamato da Máire, ha lasciato Baile Beag ma la sua sparizione viene scambiata per colpevolezza ed implicazione nella sparizione del tenente dagli inglesi. Máire si rifiuta di credere che Yolland sia stato ucciso e spera nel ritorno del tenente. Gli inglesi non sono altrettanto speranzosi e minacciano gli abitanti di uccidere tutto il bestiame nel caso che Yolland non venisse ritrovato entro 24 ore e di bruciare tutte le case se il tenente non tornerà entro due giorni. Rendendosi conto di aver fraternizzato con l’invasore, Owen fugge per unirsi alla resistenze.

La pièce termina ambiguamente con Hugh che, ubriaco, recita il proemio dell’Eneide, versi che suggeriscono l’inevitabilità della conquista, ma anche la sua impermanenza. (fonte Wikipedia)

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: Mimmo Jodice, Vedute di Napoli, Opera 8, 1980 … https://cctm.website/mimmo-jodice-italia/
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Ho paura di vederti necessità di vederti speranza Ho paura di vederti
necessità di vederti
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Ezio Falcomer legge Mario Benedetti
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Erano di pietra celeste, tutti fichi d'india, e qu Erano di pietra celeste, tutti fichi d'india, e quando si incontrava anima viva era un ragazzo che andava o tornava, lungo la linea, per cogliere i frutti coronati di spine che crescevano, corallo, sulla pietra.
Elio Vittorini

[Conversazione in Sicilia]

dipinto Renato Guttuso
Doris Bellomusto Cosa so dell’amore? … https:/ Doris Bellomusto Cosa so dell’amore? … https://cctm.website/doris-bellomusto-cosa-so-dellamore/
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Non ho mai capito dove finisce l’amore che non u Non ho mai capito dove finisce
l’amore che non usi.
Vorrei, da brava massaia,
usarne gli avanzi per le polpette, concimarci le piante … https://cctm.website/stella-poli-italia/
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Tra due persone accade che talvolta, molto raramen Tra due persone accade che talvolta, molto raramente, nasca un mondo.

Questo mondo è poi la loro patria, era comunque l’unica patria che noi eravamo disposti a riconoscere. Un minuscolo microcosmo, in cui ci si può sempre salvare dal mondo che crolla.

Martin Heidegger

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Non sono solitario, le dissi. E stavo per aggiung Non sono solitario, le dissi. 
E stavo per aggiungere: sono solo, è diverso.

Stefano Benni

foto Kento Izumi‎
Non si può vedere il sospiro, la speranza, l'atte Non si può vedere il sospiro, la speranza, l'attesa, la verità. 
Non si può vedere il tuo nome chiuso nella mia gola, il tuo “sì” nel mio sangue, la sete e la fame che ora chiedono solo di te, e il nodo che mi hai stretto alle viscere, e l'affanno di non saperti seguire, se non con il mio passo lento, che esiste solo in funzione del tuo, che sa solo la strada che vedi tu. 

L'acqua che nutre non resta in superficie. E' invisibile.

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ti scrivo questa lunga lettera a pochi giorni dal mio novantaduesimo compleanno, mentre tu hai quasi quattro anni e ancora non sai cosa sia l’alfabeto. Spero che tu possa leggerla nel pieno della tua giovinezza ... https://cctm.website/andrea-camilleri-lettera-a-matilda/
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🍁🍂 🍁🍂
Qual è la parola per dire che non si hanno più s Qual è la parola per dire che non si hanno più sentimenti
negativi verso chi ti ha ferito?
Perdono, mi hanno risposto. Ma io volevo, al contrario, parlare
del rancore.
Questo è stato l’inizio e può valere come esempio.
Ogni giorno c’è una parola nuova di cui non ricordo il senso
e il cui suono tintinna un motivo percepito a brani
familiare una volta, ora perduto.
La sua luce abituale cade. Di colpo non importa,
provo rancore, perdono chi prova rancore, mi perdono?
C’è un alfabeto incomprensibile, un linguaggio dimenticato.
I nomi ruotano privi della loro materia fin dal mattino.
Come chiamare la stoffa bianca che il vento muove davanti
alla vetrata?
Tenda, tende. Il riso mi si annida in gola.
Lei, cioè io, tende a cosa?
Qui so rispondere: tendo alla terza persona
alla grazia sperimentata una volta sola
di un dolore sdoppiato e spinto fuori
poi fissato, ascoltato perfino nello scroscio delle lacrime
ma da un’altra me stessa
capace di lasciare la sua vecchia pelle sulla terra.

Antonella Anedda 

 foto © Nini Kubaneishvili
Devo fabbricarmi un sorriso, munirmene, mettermi s Devo fabbricarmi un sorriso, munirmene, mettermi sotto la sua protezione, frapporre qualcosa tra il mondo e me, camuffare le mie ferite, imparare, insomma, a usare la maschera. 

Emil Cioran
foto Saul Leiter
Fabio Magnasciutti Fabio Magnasciutti
Per riuscire a capire il mondo, a volte bisogna di Per riuscire a capire il mondo, a volte bisogna distrarsi.

Albert Camus

foto keristi  k
di Maya Angelou Ho imparato che qualsiasi cosa a di Maya Angelou 

Ho imparato che qualsiasi cosa accada, o per quanto l’oggi sembri insopportabilmente brutto, la vita va sempre avanti e il domani sarà  migliore.
Ho imparato che si può capire molto di una persona dalla maniera in cui affronta queste tre cose: una giornata piovosa, la perdita del bagaglio, l’intrico delle luci dell’albero di Natale.
Ho imparato, indipendentemente dal rapporto che abbiamo coi nostri genitori, che ci mancheranno quando saranno usciti dalla nostra vita.
Ho imparato che il semplice sopravvivere è diverso da vivere.
Ho imparato che la vita qualche volta consente una seconda chance.
Ho imparato che non si può affrontare la vita con i guantoni da baseball su entrambe le mani: si ha sempre bisogno di gettare qualcosa dietro le spalle.
Ho imparato che ogni volta che prendo una decisione col cuore, generalmente faccio la scelta giusta.
Ho imparato che anche quando ho delle sofferenze non devo essere una sofferenza.
Ho imparato che ogni giorno si dovrebbe uscire ed avere contatti con qualcuno.
Ho imparato che le persone gradiscono molto un abbraccio, o anche semplicemente una pacca sulle spalle.
Ho imparato che ho ancora molto da imparare.
Ho imparato che le persone dimenticheranno quanto hai detto, dimenticheranno quanto hai fatto, ma non dimenticheranno mai come le hai fatte sentire.

illustrazione Ofra Amit
Carezze, ecco. Io se fossi una mano sognerei care Carezze, ecco. 
Io se fossi una mano sognerei carezze, quel bel contatto che consola la pelle che le riceve e anche quella che le fa.

Sergio Claudio Perroni

Foto: Laura Makabresku
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