collettivo culturale tuttomondo Questo immenso non sapere
Mancano sempre le parole per spiegare le intenzioni.
Come quando in prima elementare la maestra disse: «Disegnate una bella casetta, la casetta dei vostri sogni». Eravamo in ventisette. Io pensai: «Povera maestra, alla fine avrà ventisette casette. Dài, le faccio un gattino». Quando consegnai il foglio, la maestra mi guardò attonita: «Ma… ma… tu capisci quando parlo?»
Non seppi spiegarle che era un dono: scelsi di sembrare deficiente.
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Chandra Livia Candiani
frammento da Questo immenso non sapere, Einaudi, 2021
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immagine dal web
Chandra Livia Candiani (Milano, 1952) è una poetessa, traduttrice di testi buddhisti e maestra di meditazione.
Ha pubblicato le raccolte di poesie Io con vestito leggero (Campanotto 2005), La nave di nebbia. Ninnananne per il mondo (La biblioteca di Vivarium 2005), La porta (La biblioteca di Vivarium 2006), Bevendo il tè con i morti (Viennepierre 2007), La bambina pugile ovvero la precisione dell’amore (Einaudi 2014) e Fatti vivo (Einaudi 2017). È presente nell’antologia Nuovi poeti italiani 6 curata da Giovanna Rosadini (Einaudi 2012). Nel 2018 ha pubblicato Il silenzio è cosa viva. L’arte della meditazione (Einaudi). Con Salani ha pubblicato Visti dalla luna 2019. Nel 2021 con Einaudi ha pubblicato Questo immenso non sapere
«Questo è un libro nato disordinato» leggiamo nell’incipit di Questo immenso non sapere della poetessa Chandra Candiani, uscito per Einaudi nella collana Vele nel 2021.
E fin dall’inizio abbiamo proprio l’idea di una complessità che si ricama attraverso frammenti, sguardi, sogni, visioni che esplodono in poco più di 150 pagine raccolte e meditate dalla delicata prosa dell’autrice milanese.
Un’opera immancabile nella libreria di qualsiasi lettore di narrativa e poesia contemporanea, un libro per esercitare «la pratica della meraviglia».
Senza indice, capitoli scomposti, niente trama o cronologia: la storia che ci racconta Chandra è quella del suo contatto, essenziale e unico, con la spiritualità che governa la natura e le cose che ci circondano. Una scelta consapevole, quella dell’autrice, che ci dice di aver lasciato la città per andare ad abitare a stretto contatto con la natura e gli animali.
Lo spirito animale è una costante nelle pagine di Questo immenso non sapere: gli animali e gli alberi non solo sono una compagnia indispensabile, ma si riscoprono interlocutori dotati di un’empatia e vicinanza che sembra aver abbandonato il genere umano.