centro cultural tina modotti Pietro Bigaglia
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opera: Pietro Bigaglia, pressacarte, 1848 – ubicazione Museo del Vetro di Murano
Pietro Bigaglia (Murano, 1786 – Murano, 1876) è stato un vetraio italiano.
Grande ricercatore e tecnico del vetro dà nuova vita al vetro soffiato veneziano del XIX secolo. A lui si devono le prime realizzazioni di fermacarte con inclusioni di vetri colorati, millefiori, cannette, ecc. Perfeziona la tecnica della filigrana colorata e per primo riesce a tirare l’avventurina in cannelle per formare un tessuto variopinto.
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Pietro Bigaglia (1786 – 1876) was a Muranese glassmaker who was active in the first half of the 19th century.
He is famous for his blown glass with colored filigree (which includes circular panes for windows) and his glass that resembles granite. The latter can be noted among objects in the Murano Museum of Glass that were gifts of the maker and a later patron.
Bigaglia is known to have displayed his glass at the Viennese exposition of 1845. These works included paperweights with slices and lengths of filigree and millefiori canes, which inspired French and Bohemian paperweight makers. Bigaglia produced these works in a little factory built in the storeroom of his home in Venice.
Con il termine murrina oggi si indicano sostanzialmente due entità differenti ma affini: da una parte la sezione di una canna vitrea, un segmento caratterizzato da un incantevole susseguirsi di forme geometriche concentriche di vario colore; dall’altra l’opera completa costituita appunto dall’unione di queste piccole tessere, secondo un disegno che si modella su piatti, ciotole, ciondoli e pendagli.
Per comprendere pienamente come si realizza a livello pratico la Murrina, ecco riassunti i quattro passaggi fondamentali di un processo che ha per risultato un autentico capolavoro:
1 In entrambi i casi la lavorazione comincia con l’immersione della punta di un’asta metallica nella massa vetrosa fusa all’interno di un crogiolo, massa il cui colore è attentamente studiato sulla base della giusta combinazione di elementi chimici.
2 Successivamente il vetro raccolto sull’estremità dell’asta viene immerso in un secondo crogiolo, all’interno del quale è stato fuso vetro di differente composizione e quindi colore, e, volendo, in altri crogioli ancora, a seconda degli strati e delle sfumature cromatiche che si vogliono ottenere.
3 Il cilindro così formato sarà di una certa massa, solitamente intorno ai 5/6 kg, e per essere portato alla dimensione di bacchetta verrà quindicollegato ad un secondo supporto metallico opposto alla posizione del primo e letteramente tirato da due addetti – chiamati appunto tiracanna- fino a che non sia raggiunto un filamento dello spessore desiderato.
4 La murrina, una volta freddata, potrà essere tagliata, e allora ciascuna sezione mostrerà un motivo a cerchi concentrici. Nel caso in cui si voglia ricreare una decorazione più complessa allora saranno utilizzati appositi macchianari e stampi con convessità verticali, tali da modellare il fluido vetroso inserito al loro interno in altre forme, come ad esempio stelle o fiori: una volta freddata e tagliata la bacchetta rivelerà allora sezioni recanti motivi a stella o a fiore.