cctm collettivo culturale tuttomondo Pedro Salinas perdonami
Perdonami se ti cerco così
goffamente, dentro
di te.
Perdonami il dolore, qualche volta.
E’ che da te voglio estrarre
il tuo migliore tu.
Quello che non vedesti e che io vedo,
immerso nel tuo fondo, preziosissimo.
E afferrarlo
e tenerlo in alto come trattiene
l’albero l’ultima luce
che gli viene dal sole.
E allora tu
verresti a cercarlo, in alto.
Per raggiungerlo
alzata su di te, come ti voglio,
sfiorando appena il tuo passato
con le punte rosate dei tuoi piedi,
tutto il corpo in tensione d’ascesa
da te a te.
E allora al mio amore risponda
la creatura nuova che tu eri.
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Perdóname por ir así buscándote
tan torpemente, dentro
de ti.
Perdóname el dolor, alguna vez.
Es que qiero sacar
de ti tu mejor tú.
Ese que no te viste y que yo veo,
nadador por tu fondo, preciosísimo.
Y cogerlo
y tenerlo yo en alto como tiene
el árbol la luz última
que le ha encontrado al sol.
Y entonces tú
en su busca vendrías, a lo alto.
Para llegar a él
subida sobre ti, como te quiero,
tocando ya tan sólo a tu pasado
con las puntas rosadas de tus pies,
en tensión todo el cuerpo, ya ascendiendo
de ti a ti misma.
Y que a mi amor entonces, le conteste
la nueva criatura que tú eras.
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traduzione dal web
illustrazione Marcos Chin
Nell’ininterrotta declinazione del suo personalissimo concetto di amore la realtà pose sul cammino di Salinas un impetuoso incidente: l’incontro, nella primavera del 1932 a Madrid, con Katherine Prue Reding, leggiadra studiosa del Kansas, all’epoca trentacinquenne. Un innamoramento travolgente, una storia d’amore durata due estati e un corso accademico, «un incontro emotivo, allegro, devastante e triste per entrambi» (scriverà la stessa Katherine), alla quale la donna pose fine a causa del tentato suicidio di Margarita Bonmatí, moglie di Salinas.
Di quell’amore, che innescò il meccanismo compositivo di almeno un capolavoro come La voz a ti debida, si seppe ufficialmente tardi, dopo la morte di Salinas, e grazie alla regia dell’inseparabile amico Jorge Guillén. Oggi, il lettore può immergersi in quel mondo appassionato anche consultando le lettere che Salinas inviò a Katherine (circa metà delle 354 scritte dal poeta è pubblicata in Cartas a Katherine Whitmore, Tusquets 2002: ).
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