collettivo culturale tuttomondo Guido Guinizzelli
Io vogliọ del ver la mia donna laudare
ed asembrarli la rosa e lo giglio:
più che stella dïana splende e pare,
e ciò ch’è lassù bello a lei somiglio.
Verde river’ a lei rasembro e l’âre,
tutti color di fior’, giano e vermiglio,
oro ed azzurro e ricche gioi per dare:
medesmo Amor per lei rafina meglio.
Passa per via adorna, e sì gentile
ch’abassa orgoglio a cui dona salute,
e fa ’l de nostra fé se non la crede;
e no·lle pò apressare om che sia vile;
ancor ve dirò c’ha maggior vertute:
null’ om pò mal pensar fin che la vede
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Guido Guinizzelli, Io voglio del ver la mia donna laudare , XIII sec.
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illustrazione: Codex Manesse, ca 1300
Parafrasi:
io voglio lodare la mia donna con parole di verità e paragonare a lei la rosa e il giglio (il poeta qui fa riferimento al rosso colore di passione e il bianco colore della purezza), ecc. in questo sonetto il poeta esprime nei confronti della sua donna intense parole d’amore e di lode. È una donna di estrema e straordinaria bellezza ed è così ricca di qualità morali da suscitare solo gioia e bontà in chi la vede.
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