collettivo culturale tuttomondo Paolo Maria Cristalli (Italia)
Guarda quei due ragazzi
Sono i ritardatari
Di una tribu che ha perso
Strada, sonagli ed ali
Stan facendo l’amore
Di una terra lontana
Ma hanno iniziato dal porto
E tra un po’ non avranno che mare
Paolo Maria Cristalli
foto: Paolo Maria Cristalli
Paolo Maria Cristalli (Rocca San Giovanni, 1957 – Lanciano, 2022) è stato un poeta e artista italiano.
Originario di Rocca San Giovanni, Cristalli viveva a Fossacesia marina, dove ha pubblicato ‘Io penso alla strada io penso a Verlaine’ (Edizioni Rivista Abruzzese, 2003) e ‘In quest’affare triste della felicità, in quest’affare triste dell’innocenza’ (Casteggio, 2012). Nel 2010 aveva vinto il premio per la poesia Fabrizio De André ed è stato protagonista del video della band lancianese Management, ‘La pasticca blu’.
Si definiva, come si legge nell’ultima di copertina di una sua raccolta, “poeta e autore di canzoni, pur non avendone tutti i requisiti, si vuole, per motivi di prestigio, appartenente alla categoria degli chansonniers. Portatore di diverse inabilità, vive con tre gattuccelli, tra fastidiosissime correnti di povertà che il clima adriatico-istituzionale, con i suoi annessi e commessi di 1a, 2a, 3a e 4a categoria, non vuole in alcun modo mitigare”.
Nel 2017 il comune di Corato, in provincia di Bari, lo aveva adottato in cambio dei suoi versi, lanciando una raccolta fondi per garantire all’artista una ‘pensione di genialità’.
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La comunità di Verso Sud è in lutto per la scomparsa, avvenuta lunedì 21 novembre, del poeta Paolo Maria Cristalli.
«La Poesia lascia il tempo che trova, e ne cerca un altro» questi suoi splendidi versi dal 2016 campeggiano in piazza Abbazia a Corato, dipinti su un muro scrostato.
Quell’anno Verso Sud lo inaugurò proprio lui, in una serata sferzata dalla tramontana di ottobre, arrampicandosi traballante per le scalette che non portano a nulla, prima di recitare a memoria il suo “Parlato per l’Inverno”. «Fu commovente» ha raccontato Claudia Fabris. «La sera successiva ci incrociammo in una panchina al freddo e rimanemmo a parlare fino a tarda notte. Ci scambiammo le ferite, per alcuni versi così simili. Ad un certo punto mi chiese se secondo me per lui c’era ancora speranza, quella maiuscola, la domanda arrivò come una lama, entrò come nel burro fino alla fine e mi lasciò per un attimo nel silenzio.
Poi mi disse che aveva pensato ad una tessera per aiutarlo a vivere… Da lì nacque con Giuliano Maroccini e Luigi Piccarreta l’idea del crowdfunding “Un Paese adotta un poeta” perchè i poeti vanno aiutati finchè sono vivi a vivere, non solo celebrati quando muoiono.
Andammo a casa sua per girare qualche immagine per un video in cui raccontare chi fosse. Ricordo che era stipata di cose raccattate ovunque per farne in futuro piccole opere e non c’era da sedersi, ricordo il mio disagio e ricordo quanto sentii con nettezza la forza dei suoi guizzi e lampi irrudicibili in mezzo a quella confusione accumulata che stordiva. La giornata finì con un pranzo in riva al mare e lui che faceva pose da grande attore. In chi l’ha conosciuto ha lasciato il ricordo di una dignità che non si piega di fronte ad alcuna morale, irriverente e irriducibile, pure nelle proprie doloranti mancanze. Scriveva: “Io per amare ho bisogno della distanza ed è per questo che le cose che amo sono prossime alle stelle”. Ora le hai raggiunte». (da Coratoviva del 22 novembre 2022)