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Il palazzo di gelato di Gianni Rodari

17/05/2017 By carlaita

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Il palazzo di gelato di Gianni Rodari

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Una  volta,  a  Bologna,  fecero  un  palazzo  di  gelato  proprio  sulla  Piazza  Maggiore,  e  i  bambini  venivano  di  lontano a dargli una leccatina.

Il  tetto  era  di  panna  montata,  il  fumo  dei  comignoli  di  zucchero filato, i comignoli di  frutta candita. Tutto il resto era di gelato: le porte di gelato, i muri di gelato, i mobili di gelato.

Un bambino piccolissimo si era attaccato a un tavolo e gli leccò le zampe una per una, fin che il tavolo gli crollò addosso  con  tutti  i  piatti,  e  i  piatti  erano  di  gelato  al  cioccolato, il più buono.

Una  guardia  del  Comune,  a  un  certo  punto,  si  accorse  che  una  finestra  si  scioglieva. I  vetri  erano  di  gelato  alla  fragola, e si squagliavano in rivoletti rosa.
– Presto, – gridò la guardia, – più presto ancora!
E  giù  tutti  a  leccare  più  presto,  per  non  lasciar  andare  perduta una sola goccia di quel capolavoro.

–  Una  poltrona!  –  implorava  una  vecchiettina,  che  non  riusciva  a  farsi  largo  tra  la  folla,  –  una  poltrona  per  una povera  vecchia.  Chi  me  la  porta?  Coi  braccioli,  se  è  possibile.

Un  generoso  pompiere  corse  a  prenderle  una  poltrona  di  gelato  alla  crema  e  pistacchio,  e  la  povera  vecchietta,tutta beata, cominciò a leccarla proprio dai braccioli.

Fu  un  gran  giorno,  quello,  e  per  ordine  dei  dottori  nessuno ebbe il mal di pancia.

Ancora  adesso,  quando  i  bambini  chiedono  un  altro  gelato, i genitori sospirano: – Eh già, per te ce ne vorrebbe un palazzo intero, come quello di Bologna.

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Una vez en Bolonia hicieron un edifico de helado, en la misma plaza Mayor, y los niños venían desde muy lejos para darle una chupadita.

El techo era de nata; el humo de las chimeneas, de algodón dulce; las chimeneas, de fruta confitada. El resto: las puertas, las paredes y los muebles, todo era de helado.

Un niño pequeñísimo se había cogido a una mesa y le lamió las patas una a una, hasta que la mesa le cayó encima con todos los platos; y los platos eran de helado de chocolate, el mejor.

En cierto momento, un guardia municipal se dio cuenta de que había una ventana derritiéndose. Los cristales eran de helado de fresa, y se deshacían en hilillos rosados.
-¡Rápido!-gritó el guardia-, ¡más rápido todavía!
Y venga todos a lamer más rápido, para que no se echara a perder ni una sola gota de aquella obra maestra.

-¡Un sillón!-imploraba una viejecita que no lograba abrirse paso entre la muchedumbre-. ¡Un sillón para una pobre vieja! ¿Quién quiere traérmelo? Que sea con brazos, si es posible.
Un generoso bombero corrió a llevarle un sillón helado de crema, y la pobre viejecita empezó a lamerlo precisamente por los brazos.

Aquel fue un gran día, y por orden de los doctores nadie tuvo dolor de barriga.

Todavía hoy, cuando los niños piden otro helado más a sus papás, éstos dicen suspirando: -¡Claro, hombre! Para ti sería necesario una casa entera, como aquella de Bolonia.

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Gianni Rodari  da Favole al Telefono, Cuentos por teléfono, 1962
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traduzione dal web

illustrazione A. Curti

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