centro cultural tina modotti pablo neruda amore
Ti toccai e si fermò la mia vita.
Te toqué y se detuvo mi vida
Pablo Neruda
frammento da sonetto XXII- fragmento de soneto XXII
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Image by Gerd Altmann from Pixabay
Pablo Neruda, (Parral, 1904 – Santiago del Cile, 1973), è stato un poeta, diplomatico e politico cileno, considerato una delle più importanti figure della letteratura latino-americana del Novecento … continua a leggere su Wikipedia
La poetica di Neruda spazia dal realismo al surrealismo, dalla lirica intimista a quella civile e politica. Tra i suoi principali ispiratori e modelli vi sono Francisco de Quevedo, Walt Whitman (da lui spesso citato direttamente, come il suo maestro e la sua guida morale e artistica) e Arthur Rimbaud, come rilevato dal critico Leo Spitzer.
Egli esprime un concetto romantico e drammatico della vita, amante delle piccole cose e della sua terra e in rivolta con le convenzioni, l’ordine costituito e le banalità della vita moderna. Il tema dell’amore per la vita si accompagna all’indagine sulla morte e sull’esistenza, alla ricerca di una libertà assoluta e quindi al disprezzo per i tiranni e per il potere (in questo senso va intesa anche la sua sentimentale adesione alle idee comuniste, senza dogmatismo e sempre pronta a mettersi in discussione)
pablo neruda poesie d’ amore – sonetto XXII
Quante volte, amore, t’amai senza vederti e forse senza ricordo,
senza riconoscere il tuo sguardo, senza guardarti, centaura,
in opposte regioni, in un bruciante mezzogiorno:
eri solo l’aroma dei cereali che amo.
Forse ti vidi, ti supposi passando che sollevavi una coppa
ad Angol. alla luce della luna di Giugno,
o eri tu la cintura di quella chitarra
che toccai nelle tenebre e risuonò come il mare smisurato.
T’amai senza che io lo sapessi, e cercai la tua memoria.
Nelle case vuote entrai con la lanterna a rubare il tuo ritratto.
Ma io sapevo già com’eri. D’improvviso
mentre venivi con me ti toccai e si fermò la mia vita:
eri davanti ai miei occhi, regnavi su di me, e regni.
Come falò nei boschi il fuoco è il tuo regno.
Tratto da Cento sonetti d’amore, Passigli Poesia