cctm collettivo culturale tuttomondo Octavio Paz poesia
di Octavio Paz (Città del Messico, 1914 – Città del Messico, 1998)
Ascoltami come chi ascolta piovere,
né attenta né distratta,
passi lievi, pioviggine,
acqua che è aria, aria che è tempo,
il giorno non finisce di andarsene,
la notte non arriva ancora,
figure della nebbia
al voltare l’angolo,
figure del tempo
nell’ansa di questa pausa,
ascoltami come chi ascolta piovere,
senza ascoltarmi, ascoltando ciò che dico
con gli occhi aperti verso dentro,
addormentata con i cinque sensi svegli,
piove, passi lievi, rumore di sillabe,
aria e acqua, parole che non pesano:
ciò che fummo e siamo,
i giorni e gli anni, questo istante,
tempo senza peso, pesantezza enorme,
ascoltami come chi ascolta piovere,
lampeggia l’asfalto umido,
il vapore si alza e cammina,
la notte si apre e mi guarda,
sei tu e il tuo sembiante di vapore,
tu e il tuo volto di notte,
tu e i tuoi capelli, lento lampo,
attraversi la strada ed entri nella mia fronte,
passi d’acqua sopra le mie palpebre,
ascoltami come chi ascolta piovere,
l’asfalto lampeggia, tu attraversi la strada,
è la nebbia errante nella notte,
è la notte addormentata nel tuo letto,
è l’ondeggiare del tuo respiro,
le tue dita d’acqua bagnano la mia fronte,
le tue dita di fiamma bruciano i miei occhi,
le tue dita d’aria aprono le palpebre del tempo,
sgorgare di apparizioni e resurrezioni,
ascoltami come chi ascolta piovere,
passano gli anni, ritornano gli istanti,
senti i tuoi passi nella stanza vicina?
non qui né là: li senti
in un altro tempo che è proprio ora,
ascolta i passi del tempo
inventore di spazi senza peso né luogo,
ascolta la pioggia scorrere per la terrazza,
la notte è ormai più notte fra gli alberi,
fra le foglie si è annidato il fulmine,
vago giardino alla deriva
– entra, la tua ombra copre questa pagina.
da Albero interiore, in Octavio Paz, Il fuoco di ogni giorno, Garzanti, 1992
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foto: Marsel Gorcksa Gautiers – fair use
traduzione: Ernesto Franco
Octavio Paz (Città del Messico, 1914 – Città del Messico, 1998) è stato un poeta, saggista e diplomatico messicano, Premio Nobel per la letteratura nel 1990.
È considerato uno fra i poeti di lingua spagnola più importanti della seconda metà del Novecento, assieme a Juan Ramón Jiménez, Vicente Huidobro, César Vallejo e Pablo Neruda.
È vissuto in Spagna per lungo tempo, sotenendo la lotta dei repubblicani contro il franchismo. In seguito prenderà le distanze dal comunismo.
Poi visse in Francia, dove si avvicinò al surrealismo. Durante il soggiorno in Francia lavorò con André Breton e Benjamin Péret.
Nel 1945 Paz entra nel servizio diplomatico messicano. Sono gli anni in cui scrive “Il labirinto della solitudine”, un saggio sull’identità e sulla cultura messicane.
Si lega ad Elena Garro, che sposa e dalla quale ha una figlia. Viene nominato ambasciatore in India nel 1962. Lascia l’incarico nel 1968, in seguito al cosiddetto “Massacro di Tlatelolco”.
Nel 1956 vince il Premio Xavier Villaurrutia e nel 1981 il Premio Cervantes lo consacra definitivamente come uno degli autori più importanti della seconda metà del Novecento.
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