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Michela Murgia Stai zitta

04/03/2024 By carlaita

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di Michela Murgia (Cabras, 1972 – Roma, 2023)

Le aree semantiche che definiscono una donna che parla sono quasi sempre denigratorie. Se discorre è chiacchierona, linguacciuta, pettegola. Se ribatte è petulante, stridula, sguaiata, aggressiva. Gli aggettivi fanno spesso riferimento all’acutezza del tono vocale, trasmettendo l’idea che il suono della voce femminile aggredisca l’udito piú di quanto potrà mai fare una voce maschile. Un gruppo di uomini che parlano è un consesso dialettico, un gruppo di donne è un pollaio. Quando Corona diede a Berlinguer della «gallina» è esattamente all’uso di quell’immagine che faceva riferimento. Se le donne giovani sono galline, le donne anziane che parlano sono invece cornacchie, secondo un processo di bestializzazione che tende ad accomunare tutte le voci di donna, giovane o vecchia che sia, a uno scontato senso di fastidio.

La donna socialmente gradita è una donna silenziosa, che diletta con qualunque arte, tranne quella oratoria.

Il diritto di parola è quello in teoria piú tutelato dalla Costituzione, che non fa distinzioni tra uomini e donne nella potenzialità di espressione. Nell’agorà mediatica la possibilità di parola per le donne è però molto piú ridotta di quella degli uomini, sia in termini di presenza che in quelli di opportunità. La rappresentazione femminile nei media italiani è in grande misura ancora quella riservata a una creatura muta.

A Sanremo – tempio del nazional popolare – per decenni abbiamo visto e continuiamo a vedere uomini che presentano e chiosano accompagnati da donne benvestite che si limitano a sorridere alle loro battute. La categoria televisiva della velina bella e zitta è talmente diffusa tra le reti e perdurante nel tempo da non aver bisogno di citarne gli esempi, ma anche nei talk show dove sarebbe possibile esprimersi con competenza condivisa accade che le donne non siano quasi mai presenti o lo siano per motivi diversi dalla competenza. Il risultato è che la sproporzione nella possibilità di parola tra i sessi ha educato per decenni lo spettatore e la spettatrice italiani ad associare l’autorevolezza a un uomo e a vedere nella donna che ha un parere l’eccezione che va motivata.

da Stai zitta e altre nove frasi che non vogliamo sentire più, Einaudi, 2021

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foto: Michela Murgia by Chiara Pasqualini – fair use

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