cctm collettivo culturale tuttomondo Maria Grazia Calandrone (Italia)
a volte mi abbracciavi
come si cerchiano i palazzi
quando si crepano
e la casa era piena del sibilo della corrente industriale e del tuo odore
di tiglio e di marina
ventilata
Maria Grazia Calandrone
da Giardino della gioia, Mondadori, 2019
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foto dal web
Maria Grazia Calandrone (Milano, 1964) è una poetessa, scrittrice, drammaturga, artista visiva, insegnante, autrice e conduttrice radiofonica italiana.
Scrive per il «Corriere della Sera» e tiene laboratori di poesia nelle scuole e nelle carceri.
Libri di poesia: Giardino della gioia (Specchio Mondadori 2019 e 2020 – premi Lerici Pea e Metauro), Il bene morale (Crocetti 2017 e 2019 – premi Europa e Trivio), Gli Scomparsi – storie da “Chi l’ha visto?” (pordenonelegge 2016 – premio Dessì), Serie fossile (Crocetti 2015, Feltrinelli 2020 – premi Marazza e Tassoni, rosa Viareggio), La vita chiara (transeuropa 2011), Atto di vita nascente (LietoColle 2010), Sulla bocca di tutti (Crocetti 2010 – premio Napoli), La macchina responsabile (Crocetti 2007), Come per mezzo di una briglia ardente (Atelier, 2005) e La scimmia randagia (Crocetti, 2003 – premio Pasolini Opera Prima),
Libri di prosa: Dove non mi hai portata (Einaudi Supercoralli 2022, finalista Premio Strega, vincitore Premio Sila e Pozzale Luigi Russo), Splendi come vita (Ponte alle Grazie 2021, dozzina Premio Strega, terna premio Strega Giovani, finalista premi Bergamo e Comisso, premio speciale I fiori blu 2021), Una creatura fatta per la gioia. Biografia poetica di Alda Merini (Solferino 2021), Per voce sola, raccolta di monologhi teatrali, disegni e fotografie, con cd di Sonia Bergamasco ed EstTrio (ChiPiùNeArt 2016) e L’infinito mélo, pseudoromanzo con Vivavox, cd di sue letture dei propri testi (sossella 2011); suoi racconti sono presenti in Nell’occhio di chi guarda (Donzelli 2014), Deaths in Venice (Carteggi Letterari 2017) e Princesa e altre regine– a cura di Concita De Gregorio (Giunti 2018).
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Giardino della gioia è un’opera che impone Maria Grazia Calandrone come una delle figure di maggior rilievo nella poesia del nostro tempo.
Una grande energia espressiva caratterizza questo nuovo libro di Maria Grazia Calandrone. Un’energia dirompente che corrisponde, peraltro, alla capacità di rapportarsi con il reale in modo reattivo, singolare e diretto, e che le consente di offrire una testimonianza vitale sulla molteplicità aperta in cui vive la sua esperienza. E sulla materialità dell’esserci, sulla sua presenza e sul suo vuoto, tra vita e pseudovita, nelle innumerevoli variabili dell’amore (che «sprofonda gli amanti / nella radiosità del mondo vero»), della gioia e del dolore, della sessualità e della morte.
Tutto questo nella vicenda quotidiana e insieme nell’avventura, misera e mirabile al tempo stesso, dei corpi, nella «pasta di pane» dell’«affabile carne umana», in un mondo che appare, nelle sue contraddizioni, «radioso e gentile – e così / bello, privo di senso: perfetto».
Maria Grazia Calandrone compie poi una serrata indagine sul male, con le sezioni dedicate a casi di cronaca nera. Ma si muove in profondo anche di fronte alla realtà storica del nostro tempo, come nel poemetto-reportage sulla Bosnia. L’autrice non si affida al frammentismo delle impressioni, ma ogni volta costruisce un organismo testuale libero eppure di interna e controllata coerenza, nei singoli capitoli come nella ricca unità del libro che qui ci propone.
In virtù, poi, di una sensibilità di stile e forma, si muove sulla pagina usando un metro molto duttile, variabilissimo, che va dalla parola-verso alla totale apertura della prosa poetica.