collettivo culturale tuttomondo Margaret Atwood (Canada)
… Portami ai tuoi alberi. Portami alle tue colazioni, ai tuoi tramonti, ai tuoi brutti sogni …
Margaret Atwood
frammento da Homelanding, 1989
_
Margaret Atwood (Ottawa, 18 novembre 1939) è una delle voci più importanti della narrativa e della poesia canadesi.
Laureata a Harvard, ha esordito a diciannove anni. Ha pubblicato romanzi, racconti, raccolte di poesia, libri per bambini e saggi. Più volte candidata al Premio Nobel perla Letteratura, ha vinto il Booker Prize nel 2000 per L’assassino cieco. Fra i suoi titoli più importanti ricordiamo: L’altra Grace (2008), Il racconto dell’Ancella (2017), Il canto di Penelope (2018), I testamenti (vincitore del Booker Prize 2019), La donna da mangiare (2020), Lesioni personali (2021), e le raccolte di poesie Brevi scene di lupi (2020)e Moltissimo (2021), tutti usciti per Ponte alle Grazie. L’autrice vive a Toronto, in Canada.
«La mia routine quotidiana? Mi alzo e bevo un po’ di sangue…» così Margaret Atwood risponde, serissima, a una giornalista, prima di scoppiare a ridere con lei, in una recente intervista.
Perché la reputazione di “strega” che la segue da decenni, per una scrittrice con la sua intelligenza e con la sua forza, è qualcosa di cui si può cui sorridere con gusto. Non la spaventano le critiche, le cattive recensioni o gli attacchi sui social media. «Il tuo lavoro non piacerà a tutti. Se succede, stai facendo qualcosa di sbagliato».
Margaret Atwood è facile da odiare e facilissima da amare. Come si fa a non ammirare una donna aperta a tutto, che non ha mai paura di dire la sua o di prendersi dei rischi? Ha pubblicato decine di romanzi e saggi senza mai ripetersi: ha iniziato a sette anni, scrivendo la storia di una formica, e ha continuato sperimentando tutti i generi e le forme di narrazione. Ha vinto i premi letterari più importanti e ha scritto saggi di politica e storia, rivelando punti di vista inediti e illuminanti, ma non è un’accademica chiusa nel suo mondo: ammira Lady Gaga e la sua capacità di fare spettacolo, è attivissima su Twitter, rifiuta di essere un’icona, anche se «Sarà inevitabile quando sarò morta».
È diretta, spietata quando serve, e non ha paura di dire la verità. Il suo consiglio ai ragazzi che le chiedono come scrivere? «Se devi chiederlo, forse dovresti fare qualcos’altro». Lei, invece, di scrivere non ha mai smesso.
collettivo culturale tuttomondo Margaret Atwood