centro cultural tina modotti Lucio Anneo Seneca
Omnis instabilis et incerta felicitas est.
La felicità è sempre instabile e incerta.
Cada felicidad es incierta e inestable.
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Seneca
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opera: busto in marmo di Seneca, scultura anonima
Caro alunno,
diciamolo subito così poi non ci pensiamo più: il latino oggi non serve ad una cippa. Per quanto tu giri il mondo, non troverai più nessuno con cui potrai usare questa maledetta lingua per chiedere informazioni (a meno che tu non debba scambiare quattro chiacchiere con un vecchio prete intronato in qualche convento sperduto, ma probabilmente anche lui ormai parla inglese).
Le opere latine sono tutte tradotte (da gente che poi, per tradurle bene è comunque andata all’università e ha fatto corsi specifici, perché col caspita che dopo cinque anni di liceo sei in grado di leggere all’impronta un classico). Quindi, se proprio un giorno ti pigliasse l’irresistibile voglia di sentire cosa abbiano detto Seneca e Cicerone li potrai consultare nella tua lingua, senza romperti le balle ad imparare la loro. Potrai passare tutta la tua esistenza senza aver mai bisogno di capire una sola parola di questa maledetta lingua, e non sentirne assolutamente la mancanza.
Quindi hai ragione, perché dovresti perdere tempo a studiarla, e soprattutto perché ancora si ostinano a inserirla nei curricola di studio?
Chiariamo una cosa: il latino non è rimasto nelle scuole per motivi strettamente culturali. Sì, anche, per carità. Ma ci è rimasto per secoli soprattutto per motivi di prestigio sociale.
Per molte generazioni il latino è stato l’equivalente di una auto di lusso, di una villa con piscina, o almeno di un capo di alta moda fatto su misura da sfoggiare alle feste che contano.
Serviva a creare una consorteria, era una specie di linguaggio in codice.
Ancora adesso nelle università americane gli studenti migliori, quelli destinati a diventare qualcuno per tradizione familiare o ricchezza, imparano almeno un motto in latino e se lo fanno incidere sull’anello, mentre da noi i vecchi tromboni alle cene di classe dopo millemila anni dal diploma ancora citano versi e frasi, strizzando l’occhiolino agli ex compagni.
Il latino non si è imparato a scuola perché servisse, o perché era bello: si è imparato a scuola perché dai tempi dell’impero romano è la lingua della classe dirigente … (https://galateavaglio.com/2018/12/29/caro-alunno-ti-stiamo-fregando-2-a-cosa-serve-il-latino/)
Lucio Anneo Seneca